Pubblicato il 16 Febbraio 2017

Di’ quello che hai in mente: alle origini della comunicazione umana

di Melissa Pignatelli

Come ha origine la comunicazione umana e quali funzioni ha avuto? Thom Scott-Phillips nel suo nuovo saggio Di’ quello che hai in mente (Carocci Editore, 2017) analizza l’origine del linguaggio in chiave antropologico-evolutiva.

Dai modelli classici delle ipotesi evoluzionistiche fino alle tesi in psicologia della comunicazione l’autore ripercorre la storia del perché gli esseri umani comunicano. Scott-Philipps precisa all’inizio del libro che vuole mettere alla portata di tutti coloro che “avranno la pazienza e la voglia di approfondire” un’analisi specifica di una capacità – il linguaggio – che contraddistigue in maniera unica la nostra specie.

Un viaggio alle origini del linguaggio nel quale possiamo trovare molti spunti per comprendere meglio il panorama altamente comunicativo della società interconnessa che ci circonda e che contribuiamo a creare in ogni momento in cui mettiamo in atto la comunicazione verso un altro essere umano.

Infatti ogni giorno consumiamo tanta tecnologia che ha proprio come obiettivo quello di facilitare la comunicazione umana: ma da dove è partito tutto questo e come la comunicazione è specifica del nostro gruppo di essere viventi è proprio quello che Scott-Philipps analizza nel suo libro.

A domande come “Perché solo gli umani hanno il linguaggio?” risponde “perché di tutti i primati, solo noi abbiamo iniziato a vivere in gruppi sociali talmente grandi e complessi che la selezione naturale ha agito sulla cognizione sociale (in particolare sulla lettura ricorsiva della mente), rendendo possibile la comunicazione ostensivo-inferenziale, dunque il linguaggio”.

Un pratico glossario chiarisce termini tecnici come ostensivo-inferenziale ricordando che si tratta dell’espressione del riconoscimento di intenzioni, in particolare intenzioni comunicative e intenzioni informative.

E poi che le intenzioni comunicative sono quel tipo di intenzione in cui si rende manifesto all’interlocutore che qualcuno ha un’intenzione informativa. E infine che l’intenzione informativa è un tipo di intenzione diretto a cambiare le rappresentazioni del mondo dell’interlocutore.

Un libro utile dunque per analizzare in chiave storico-evolutiva ogni momento ed ogni aspetto di che cosa succede quando parliamo. E che risponde a “grandi domande” del tipo perché i parlanti sono così predisposti a condividere informazioni?

La risposta è da scoprire nel testo.

Melissa Pignatelli

Thom  Scott-Phillips, Di’ quello che hai in mente. Le origini della comunicazione umana, Carocci Editore, Roma, 2017.

Immagine: La Stele di Rosetta, un esempio di antica comunicazione conservata al British Museum, Wikimedia  Commons, CC-O

Di 16 Febbraio 2017Arte, Cultura

Condividi l'articolo sui tuoi Social!

SOSTIENI




Ultimi articoli