Pubblicato il 30 Novembre 2017

In viaggio col Papa: alla scoperta di Dacca e del Bangladesh, cenni storico-letterari

di Le Ragazze della Redazione

Il Bangladesh è uno dei paesi più densamente popolati del mondo (1.251 abitanti per km2 nel 2016), è una delle economie emergenti dell’Asia meridionale e ospita tre siti UNESCO (di cui alleghiamo qualche immagine). Negli ultimi due decenni, lo sviluppo del settore industriale e del  settore terziario hanno completamente l’economia del paese tradizionalmente radicata nella produzione agricola e nella piccola impresa. Il paese è oggi interessato da due fenomeni migratori, un flusso in uscita di tipo economico e uno in entrata di richiedenti asilo provenienti dal vicino Myanmar (ex Birmania).

I migranti sono perlopiù richiedenti asilo e rifugiati Rohingya, popolazione birmana, perseguitata dalle autorità a causa dell’adesione alla religione musulmana. I Rohingya cercano scappano in Bangladesh in quanto la maggioranza dei bengalesi, circa lil 90%, sono anch’essi di fede musulmana, principalmente sunnita, mentre sono presenti in piccole minoranze fedeli induisti (10%), cristiani (0,3%), buddisti (0,5%) e animisti (0,3%).

L’indipendenza della Repubblica del Bengala Libero, Bangladesh, è avventa dopo un travagliato periodo di scontri con la regione del Bengala Occidentale, odierno Pakistan. Le due regioni avevano formato  un’entità statale unica dopo il distacco dall’India avvenuto nel 1947. Solo nel 1971, in seguito alla secessione dal Pakistan, il Bangladesh divenne una Repubblica parlamentare  indipendente inserita nel Commonwealth britannico.

La stabilità ottenuta con l’indipendenza durò poco, nel 1975 l’assetto istituzionale e il governo regolarmente eletto vennero rovesciati da un colpo di Stato militare al quale seguì una stagione di continui ribaltamenti politici. Il paese è riuscito a organizzare nuove e libere elezioni soltanto a partire dal 1991, ciononostante le relazioni politiche interne tra apparato politico e militare rimangono ancora oggi abbastanza tese.

Tradizionalmente radicato nella produzione agricola, principalmente realizzata da piccole imprese, il Bangladesh vive da due decenni una grande trasformazione economica. Per lungo tempo, specialmente durante i regimi militari, la crescita annua rimaneva molto bassa. Dal 1991 il programma di liberalizzazione del mercato e la crescita demografica hanno permesso l’ingresso di nuovi investimenti, sopratutto l’arrivo di nuove industrie, e la crescita annua è salita intorno al 5% annuo (1994-2004). Dall’inizio del millennio, la produzione tessile – lavorazione dei prodotti tessili intermedi e la realizzazione di prodotti finiti per l’esportazione – il settore terziario, soprattutto nella fornitura di servizi informatici, hanno fatto crescere ulteriormente l’economia fino al 6-7% annuo.

Il cambiamento economico ha attirato i giovani nelle città causando un inurbamento delle campagne e una crescita non regolamentata del tessuto urbano. Nonostante questo il flusso dei migranti economici diretti verso i Paesi a capitalismo avanzato non si è interrotto e le rimesse prodotte dai bengalesi espatriati rimangono una delle principali fonti di reddito.

Nonostante la predominanza della religione musulmana, l’arte e la letteratura tradizionali, soprattutto la poesia, sono rimasti dei tratti distintivi della cultura bengalese. Già prima dell’indipendenza il poeta Rabindranath Tagore è stato il primo scrittore non europeo a vincere il Premio Nobel della Letteratura nel 1913. Oggi il suo stile e le sue poesie sono di ispirazione a molti autori che mescolano la tradizione con i temi dell’attualità nell’intento di sottolineare la peculiarità dell’identità bengalese radicata nell’incontro di culture. Tra gli autori più famosi si possono citare Shamsur Rahman, giornalista oltre che autore, Humayun Ahmed, regista e autore di teatro, e ancora la scrittrice Selina Hossain, che insegna attualmente all’Università di Rajshahi. Quest’ultima è una dei numerosi istituti universitari che si sono sviluppati nel paese dopo l’indipendenza, il primo per importanza è l’Università di Dacca, a cui segue quella di Chittagong, polo industriale del paese.

Infine, sempre nell’idea di ricordare le peculiarità del sentimento nazionale bengalese, un gruppo di professori universitari con la Asiatic Society of Bangladesh hanno curato una monumentale edizione intitolata Enciclopedia Nazionale del Bangladesh (dieci volumi di cinquecento pagine), meglio conosciuta come “Banglapedia”, che raccoglie tutta la produzione artistica, culturale e tutta la documentazione storica del Bangladesh dai tempi antichi fino a quelli contemporanei. Un documento di riferimento molto importante per la cultura del paese al quale hanno lavorato circa mille e cinquecento accademici bengalesi e di cui una seconda versione è stata pubblicata nel 2012 in formato sia cartaceo che digitale.

11 dei nostri connazionali hanno perso la vita nell’attacco dell’Isis a Dacca il 1° luglio 2016, mentre il prete rapito poco prima dell’arrivo del Papa (il 27 Novembre 2017) è stato ritrovato “sano e salvo” nel nord-est del paese a 400 chilometri dalla sua residenza poche ore fa, in mattinata del 1° Dicembre 2017.

La Redazione

Dati aggiornati tratti dal profilo statistico del Bangladesh realizzato dalla Divisione Statistiche dell’ONU.

In fotografia la antica città-moschea di Bagerhat

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