Pubblicato il 13 Marzo 2018

“Contro una narrazione tossica dei fatti”: siamo d’accordo con Amnesty International

di Le Ragazze della Redazione

I diritti umani sono in pericolo: sono minacciati da una retorica retrograda dell’odio e da politiche di demonizzazione che passano inevitabilmente da una narrazione tossica dei fatti che accadono ogni giorno. Questa testata antropologica online, dal 2010, ha fatto dell’alta qualità dell’informazione una bandiera difficile ma necessaria da portare avanti e, oggi, in un panorama nel quale cultura e conoscenza appaiono come dei flebili fanalini di coda, la missione ci sembra sempre più necessaria.

Il quadro ricostruito da Amnesty International con il Rapporto Annuale 2017-2018 , rilasciato lo scorso 22 febbraio 2018 sullo stato dei diritti umani nel mondo è preoccupante. Dall’esodo dei Rohingya dal Myanmar, passando per le guerre mediorientali e i flussi migratori che attraversano il Sahara, la tutela dei diritti umani è sempre più difficile. Nel 2018 si festeggeranno i settanta anni dell’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, una ricorrenza che dovrebbe, secondo l’Organizzazione, incentivare a cambiare rotta e andare verso la costruzione di una società più unita, più condivisa, più solidale.

Si impone dunque, crediamo, una presa di coscienza sul modo in cui l’informazione costruisce le rappresentazioni dell’alterità e su come vengono raccontate le differenze culturali: gli stereotipi, i preconcetti, i pregiudizi trovano nella fretta di produrre e vendere informazioni per un mercato in crisi un’alleata tanto preziosa quanto cattiva consigliera.

I grandi spostamenti di persone degli ultimi anni hanno, da un lato, avvicinato i continenti e, dall’altro, allontanato le persone in reazione alla diffusione di nuove discriminazioni culturali e sociali, che si sono poi tradotte in atteggiamenti di chiusura, rifiuto, paura e in scelte incentrare nel demandare “la gestione del problema” ad altri, purché lontano dai propri confini.

LaRivistaCulturale.com attinge agli strumenti dell’Antropologia Culturale che studia e racconta scientificamente le culture degli altri, per essere un ponte sul quale si attraversano realtà diverse con un occhio attento nel dare voce a realtà che solito hanno poca rappresentatività nell’opinione pubblica.

Il clima di divisione, nel quale trovano giustificazione alcune misure esecutive di emergenza, rischia di diventare nel 2018 semi-permanente, con conseguenze ambigue per le libertà dei cittadini. Ciononostante, la richiesta e la necessità di una maggiore tutela dei diritti umani rimane molto forte.

Per questo motivo, Salil Shetty, Segretario Generale di Amnesty International, conclude la sua Introduzione al Rapporto invitando a “rifiutare una narrazione dei fatti basata sulla demonizzazione e costruire invece una cultura di solidarietà […]. E dobbiamo cercare risposte costruttive, basate sui diritti umani, alle frustrazioni, alla rabbia e all’alienazione, che forniscono un contesto fertile per una narrazione dei fatti tossica e intrisa di colpa.”

Per noi de LaRivistaCulturale.com fornire un’informazione approfondita, analitica, referenziata, lenta, pacata, accessibile e sostenibile, non basata sulla logica del profitto, scritta per far capire i contesti culturali nazionali ed internazionali nei quali avvengono i fatti quotidianamente narrati è un valore inestimabile al quale siamo dediti.

Siamo decisamente stanchi dell’informazione subdola e manipolatrice, ambigua e ripetuta, altisonante e polemica che sta caratterizzando la comunicazione mass mediatica del mondo contemporaneo.

Crediamo che leda un nostro fondamentale diritto all’informazione, quella non tossica.

La Redazione

Per leggere e scaricare il Rapporto Annuale 2017-2018 di Amnesty International è possibile consultare il sito, qui.

In fotografia: la copertina del Rapporto Annuale 2017- 2018 di Amnesty International.

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