Pubblicato il 11 Maggio 2018

L’eccesso di eguaglianza come negazione della diversità

di Melissa Pignatelli

Ci siamo posti questa domanda ed abbiamo trovato una bella risposta nell’inesauribile fonte dello “Spirito delle Leggi” di Montesquieu, nel quale si legge:

“Quanto il cielo è lontano dalla terra, altrettanto il vero spirito d’uguaglianza lo è dallo spirito dell’estrema uguaglianza. Il primo non consiste nel far sì che tutti comandino, o che nessuno sia comandato: ma nell’obbedire e nel comandare ai propri uguali. Non cerca di non aver nessun capo, ma di avere soltanto i suoi uguali per capi.

Nello stato di natura, gli uomini nascono, è vero, nell’uguaglianza, ma non potrebbero rimanervi. La società gliela fa perdere, ed essi non ridiventano uguali se non in grazia alle leggi.

La differenza fra democrazia ben regolata e quella che non lo è, è tale, che nella prima si è uguali soltanto come cittadini, e nell’altra si è uguali altresì come magistrati, come senatori, come giudici, come padri, come mariti, come padroni.

Il posto naturale della virtù è accanto alla libertà, ma non si trova nella libertà estrema più di quanto non si trovi nella schiavitù”.

E’ dunque nella buona gestione delle diversità che parrebbe risiederebbe la possibilità di una  democrazia ben regolata.

Melissa Pignatelli

Charles-Louis de Secondat de Montesquieu, “Lo spirito delle leggi”, Libro VIII, capitolo Terzo, pp. 265-266, edizione BUR Classici, 2013, Rizzoli, Milano.

Credito Immagine: USA Films/Everett “Being John Malkovich”, regia di Spike Jonze, 1999

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