Pubblicato il 18 Maggio 2018

Alla scoperta di Jean Sénac, lo scrittore algerino tra Camus e Pasolini

di Barbara Palla

Jean Sénac poeta algerino ossessionato dalla ricerca del padre e dell propria identità ricchezza differenze Mediterraneo culture incrocio Algeria cultura letteratura

Jean Sénac scrittore franco-algerino, di origine andaluse, di educazione cristiana, di espressione principalmente francese, profondo amante della lingua araba e berbera, poeta poco conosciuto, rimosso forse in Algeria, misconosciuto in Francia e totalmente ignoto in Italia è una figura letteraria assimilabile ad un vero e proprio “mosaico senza armonia”. Grazie alla sfida raccolta da Ilaria Guidantoni, la sua opera più complessa Ritratto incompiuto del padre, per finire con l’infanzia (Oltre Edizioni, 2017) è stata tradotta in italiano e permette così di avvicinarsi alla sua peculiarità.

Jean Sénac, nato da padre sconosciuto nel 1926 a Bénif Saf, sobborgo di Orano in Algeria, è stato un intellettuale ad ampio spettro, omosessuale e trasgressivo, critico della morale borghese e cristiana portata dai francesi nel paese, caratteristiche per le quali è stato spesso considerato una sorta di Pier Paolo Pasolini algerino.

La storia di Sénac, dell’uomo come del poeta, è incentrata un aspetto fondamentale: la ricerca del padre e quindi della propria identità per superare quel sentimento di essere “bastardo” che lo ha sempre accompagnato. Concepito in un fugace incontro notturno della madre, Sénac tenterà tutta la vita di allontanarsi dalla figura simbolica del padre, e allo stesso tempo di rimodellarsi su una figura paterna peraltro assente, origine del suo profondo tormento.

La ricerca del padre è infatti il tema centrale del volume tradotto da Ilaria Guidantoni nel quale, in una sorta di stream of consciousness, l’autore rivive la propria infanzia, le proprie ansie e le proprie angosce. Il risultato è un anti-romanzo, un diario sofferto ma molto interessante, anche dal punto di vista psicologico, nel quale l’autore si trova spesso ad interpellare la madre e un non meglio specificato lettore. Un esercizio di stile nel quale si spoglia di pudore e vergogna e racconta la difficoltà di non sapersi ritrovare in un’identità unica.

Questo romanzo è il primo e l’ultimo scritto, una decisione sporadica di Sénac che ha sempre prediletto la poesia.  Nei suoi poemi infatti, ricorre il tema della la ricerca dell’identità declinata  però in modo meno personale e più sociale. Come racconta la Guidantoni, Sénac aspirava alla costruzione di una nuova Algeria inclusiva e aperta:

“Oggi, a mio parere, l’attualità di Sénac è nel suo essere inclusivo rispetto alle fedi, agli orientamenti sessuali, alle diversità e all’identità plurale che è in tutti noi, per cui l’Algeria, assimilata ad mito, è quella di un unico popolo plurale al quale si sente vicino. È il sogno di una società senza frontiere unita dal Mediterraneo che resta di grande attualità, anzi una via da traccaire”.

Proprio il futuro del paese e il Mediterraneo costituiscono i temi centrali della lunga relazione epistolare intrattenuta con Albert Camus, anch’egli di origine franco-algerina, al quale rimarrà legato da un’amicizia simbiotica, quale quella di una padre vero il figlio. Salvo poi interromperla bruscamente per una divergenza di opinione sull’Indipendenza.

Altro contributo che Sénac lascia alla cultura algerina riguarda la formulazione di un’estetica nell’arte contemporanea. Da direttore di una delle prime gallerie d’arte, la Galérie 54, “si rivolge ad un recupero di un’identità dell’archetipo, stimolando la scuola del signe, del noun, dell’aouchem, tatuaggio in arabo, che è la tradizione della minoranza nomadde piuttosto che di quella araba”, narra ancora la sua biografa.

Ritratto incompiuto del padre permette dunque di scoprire la figura letteraria travagliata di Jean Sénac, intellettuale acuto e fragile, e al contempo di scoprire le caratteristiche di un’Algeria che a quel tempo stava vivendo una profonda trasformazione culturale.

Un’Algeria capace di arricchirsi delle sue differenze di cui Jean Sénac rimane un raro sognatore.

Barbara Palla

Ritratto incompiuto del padre, per finire con l’infanzia, titolo originale Ebauche du père pour en finir avec l’enfance, Oltre Edizioni, 2017

In fotografia, un ritratto giovanile di Jean Sénac.

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