Pubblicato il 20 Agosto 2018

Guerre civili internazionalizzate: analisi di un meccanismo contemporaneo

di Barbara Palla

David Armitage, storico e professore americano dell’Università di Harvard, nel suo libro Guerre Civili, una storia attraverso le idee (Donzelli Editore, 2017), riflette sulla recente evoluzione delle guerre civili: esse sono infatti diventate, quasi paradossalmente, dei conflitti internazionalizzati nei quali i belligeranti interni ricevono sostegno dall’esterno. Armitage evidenzia come negli ultimi 60 anni di storia il numero di conflitti fra Stati sia notevolmente diminuito rispetto a quelli che si svolgono all’interno degli Stati. In altre parole, le guerre hanno ceduto il passo alle guerre civili. Tuttavia, la definizione effettiva di questo conflitto caratterizzato dall’opposizione di belligeranti appartenenti ad una stessa istituzione statale rimane, ancora oggi, in qualche modo vaga.

La definizione ereditata dal bellum civile di epoca romana come il conflitto tra civis, cittadini appartenenti ad un medesimo Stato, è stata rivista e corretta numerose volte nel corso del tempo. A fine Settecento, per esempio, in seguito agli scombussolamenti avvenuti in Francia  si è rivelato necessario distinguere la “guerra civile” dalla “rivoluzione”. La prima assunse un significato più distruttivo e storicamente regressivo, mentre la seconda fu guardata con più favore come un evento progressivo e costruttivo.

Durante l’Ottocento, il problema si è spostato a livello giuridico, la definizione di guerra civile doveva inserirsi in una determinata cornice legale. Un tentativo di “civilizzare la guerra civile”  nato dall’intenzione diffusa di far sì che gli effetti negativi e distruttivi dei conflitti interni, oggettivamente ben più nefasti e violenti rispetto alla guerre tra Stati, non si diffondessero a livello globale.

Tuttavia, a partire dalla seconda metà del Novecento, nonostante l’inquadramento giuridico, scoppiarono numerose guerre civili in varie parti del globo. In parte dovuto al fenomeno internazionale della decolonizzazione e in parte dovuto alla contrapposizione bipolare, il livello di belligeranza interno agli Stati è aumentato notevolmente. Un aumento che ha finito per attirare nelle logiche dello scontro anche altri attori, esterni, offuscando il confine tra guerra civile e guerra.

L’intento di questo studio non è solo di giungere ad una definizione condivisa del concetto di guerra civile, Armitage fornisce una lettura interessante di un meccanismo complesso e globale che ci consente di mettere in relazione elementi di potere, autorità, sovranità, così come di democrazia, umanitarismo e globalizzazione.

Ed aprire così nuove prospettive di riflessione.

Barbara Palla

In fotografia: Il Giuramento degli Orazi, Jacques Louis David, 1785, conservato al Museo del Louvre di Parigi.

Di 20 Agosto 2018Cultura, Storia

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