Pubblicato il 27 Agosto 2018

Il viaggio in Persia di Avicenna

di Le Ragazze della Redazione

La Persia antica non era un mondo meno complesso di quello attuale. Da un lato vi era la multisfaccettata società che popolava case, oasi, caravanserragli e viaggiava lungo millenarie rotte di mercanti, dall’altro i Palazzi e i loro intrighi, i complicati rapporti di vicinato e il ricorrere di confronti tra potenti. Questo delicato quadro storico fa da cornice al racconto del lungo peregrinare dello Sceicco Abu Ali Ibn Sina, meglio noto in Occidente come Avicenna. Attraverso i manoscritti del suo fedele compagno e servitore, nonché amico, Abu Obeid al-Jozjani, Gilbert Sinoué riprende e romanza la vita dello scienziato nel libro La via per Isfahan.

A diciotto anni, Avicenna era già il medico più conosciuto della Persia. Il suo nome riecheggiava tanto nei palazzi quanto nei borghi periferici. Fu proprio tra questi due estremi che Avicenna viaggiò per tutta la sua vita curando i malati e assistendo gli indigenti. Sfruttò le ricchezze dei regnanti per avere accesso alle loro biblioteche, continuare a studiare ed espandere il proprio sapere. Le prime scoperte della medicina si mescolano nel racconto a erudite discussioni di filosofia, fisica ma anche di religione.

Una religione interpretata però in modo personale dallo stesso Avicenna. L’abitudine di bere del vino per favorire la concentrazione e l’abbandono nelle notti ad abbracci femminili sempre diversi ricorrono lungo tutto il percorso, sia nel fasto delle corti reali che nell’umiltà dei villaggi.

Un viaggio all’interno di società strettamente intrecciate: persiani, arabi, turchi e curdi disegnano i confini di questo universo in continuo contrasto tra Samanidi e Buyidi, che si conclude con l’arrivo dei Gaznavidi, i conquistatori turchi.  Un incontro di culture che si ritrova nelle descrizioni, solo velatamente orientaleggianti, della confusione dei caravanserragli e dei mercati, dei profumi delle città, delle bellezze lussureggianti delle oasi, delle loro architetture,del fascino rude del deserto e delle battaglie che vi sono state combattute.

Gilbert Sinoué racconta tutte le vite vissute da Avicenna, a cominciare da quella del medico, per passare poi al cortigiano, al prigioniero fino al soldato, in un romanzo ricco di colpi di scena e descrizione dettagliate di passioni, di panorami variegati e battaglie.

Un viaggio verso una città, Isfahan, che diventa una metafora della vita. Si raggiunge o non si raggiunge ciò che ci si prefigge, si naviga tra molti scogli, si soccombe ai tradimenti ma si costruisce.

E si lascia sempre una traccia.

La Redazione

La via per Isfahan, Gilbert Sinoué, Neri Pozza Editore, 2001

In fotografia: un particolare della Grande Moschea dello Sceicco Lotfollah, Isfahan, Shiva1o8 (CC by-nc-nd 2.0)

Condividi l'articolo sui tuoi Social!

SOSTIENI




Ultimi articoli