Pubblicato il 17 Ottobre 2018

Clamore politico e mediatico sulla migrazione: dove si trovano le risposte costruttive?

di Barbara Palla

La retorica e il linguaggio pubblico usati per descrivere il fenomeno migratorio in arrivo in Europa sono ormai decisamente accesi. La sovrapposizione tra politicizzazione e mediatizzazione della questione migratoria ha diffuso atteggiamenti e interpretazioni spesso dettati da opportunismo politico invece che da responsabilità politica.

Nell’analisi di questa sovrapposizione proposta nell’articolo The Mediatization and the Politicization of the “Refugee Crisis” in Europe (La mediatizzazione e la politicizzazione della “Crisi dei Rifugiati” in Europa, introduzione al numero speciale della rivista “Journal of Immigrants & Refugees Studies”) da M. Krzyzanowski, A. Triandafyllidou e R. Wodak, si vede emergere in controluce il problema opposto ovvero l’assenza di un progetto capace di portare ad una soluzione di lungo periodo.

Non tutti i paesi europei hanno reagito allo stesso modo all’arrivo di un grande numero di rifugiati e richiedenti asilo, tuttavia in modo abbastanza uniforme e in breve tempo, il discorso pubblico sulla questione si è politicizzato. La politicizzazione è quel fenomeno, come spiegano gli autori, per cui una questione di pubblico o di elevato interesse viene cooptata all’interno di una cornice unicamente politica tanto da rendere secondari aspetti più sociali, economici o umani. Le conseguenze di ciò sono due e sono entrambe negative: da un lato l’aumento del potere politico di una questione affievolisce altri aspetti – nel caso specifico affievolisce ad esempio il ruolo del singolo, delle istituzioni private o delle associazioni di volontariato e rende tutti gli attori coinvolti totalmente dipendenti dall’azione politica; dall’altro la politicizzazione ha portato al recupero o alla delineazione di vecchie e nuove ideologie che si sono rapidamente diffuse nel discorso pubblico.

La rapidità della diffusione è stata permessa da una potente mediatizzazione, avvenuta sui mass media e in particolare sulle piattaforme di online e social media. Gli autori spiegano infatti:

“Il concetto di mediatizzazione nel contesto politico descrive il processo per il quale la politica diventa sempre più dipendente sia dai mass media che da altri tipi di pratiche mediatiche (più recentemente i social e online media). Questi ultimi, hanno profondamente cambiato il modo in cui funziona la politica: ne hanno alterato le pratiche in un processo di ricerca dell’attenzione mediata invece di farne un strumento di rappresentazione o policy making.

Se da un lato politicizzazione e mediatizzazione hanno contribuito ad alterare le logiche della costruzione del messaggio e del discorso politico favorendo la diffusione di retoriche divisive ed esclusive, dall’altro nessun attore politico ha sfruttato gli stessi canali per veicolare e interpretare una risposta, o proposta diverse.

Non sarebbe quindi forse più utile interrogarsi su come quegli stessi canali possano veicolare e diffondere riflessioni capaci di superare l’immediatezza del presente? In altre parole perché è  così difficile reperire, a livello politico, e diffondere, a livello mediatico, un modello di integrazione, comune e inclusivo, capace di porsi come soluzione di lungo periodo?

Barbara Palla

 M. Krzyzanowski, A. Triandafyllidou e R. Wodak, The Mediatization and the Politicization of the “Refugee Crisis” in Europe, Journal of Immigrants and Refugees Studies, Taylor e Francis, 2018.

In fotografia: Paris Gare du Nord, Bernardo Ricci Armani, Parigi, 2014.

Di 17 Ottobre 2018Cultura, Sociologia

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