Pubblicato il 6 Marzo 2019
L’Algeria di oggi in tre romanzi
di Barbara Palla
L’Algeria è uno dei paesi più estesi del continente africano e il suo sottosuolo è ricco di petrolio e idrocarburi. Nonostante le sue risorse naturali è preda da qualche anno di una stagnazione della crescita economica che pesa soprattutto sui giovani che costituiscono la componente principale della società algerina. La complicata e intricata situazione politica non aiuta ad offrire nuove prospettive, al contrario ha bloccato il paese in un generale immobilismo. Questa difficile situazione sembra essere rimessa in discussione proprio da quelle stesse giovani generazioni che nelle scorse settimane si sono inaspettatamente mobilitate per chiedere un cambiamento.
L’Algeria è guidata da venti anni da Abdel Aziz Bouteflika, eletto alla Presidenza del paese nel 1999 dopo un decennio molto turbolento. Gli anni ’90 sono stati infatti contraddistinti da un ricorrere costante di violenze e tensioni sociali, sfociati poi in una in guerra civile. La cosiddetta “Decade Nera” ha visto opporsi numerosi gruppi e partiti islamisti, armati e violenti, ai gruppi e partiti politici in carica nelle istituzioni statali. I partiti islamisti hanno portato avanti numerosi atti di violenza e di terrorismo a cui l’esercito e le forze interne di sicurezza hanno risposto altrettanto duramente. Il bilancio umano della Decade Nera è stato molto elevato, la paura dell’instabilità e nuove tensioni sociali si ripercuote ancor oggi nella società.
Se in un primo momento l’intransigenza dei gruppi islamisti impediva le negoziazioni, sul finire degli anni ’90, con l’elezione di Liamine Zeroual, capo moderato del Raggruppamento Nazionale Democratico, ci fu un ritorno al dialogo. Dopo aver dato al paese una nuova Costituzione, un nuovo assetto parlamentare e restituito una certa stabilità, Zeroual si ritirò dalla carica e indisse nuove elezioni. Nel 1999 la popolazione ha scelto Abdelaziz Bouteflika, membro fondatore del Fronte di Liberazione Nazionale, che è poi stato riconfermato per quattro volte successive. In questo periodo però, nonostante sia stata assicurata la stabilità, la situazione economica del paese non è migliorata anzi il paese si è immobilizzato. Bouteflika, all’età di 82 anni, in precarie condizioni di salute a causa delle conseguenze ad un ictus avuto nel 2013 che gli impediscono di camminare e parlare correttamente, si è candidato per un quinto mandato, provocando la reazione delle scorse settimane da parte della popolazione.
L’Algeria è un paese molto sfaccettato e non è facile coglierne le peculiarità con un unico sguardo. Per comprendere meglio la società algerina bisogna calarsi nella sua quotidianità, e vederla con gli occhi dei suoi protagonisti, proprio come avviene nel romanzo Il lato oscuro degli altri (titolo originale L’envers des autres e titolo di prima edizione Le ballerines de Papicha, Il Sirente, 2017) della giovanissima scrittrice Kaouther Adimi. Ambientato in un quartiere popolare di Algeri all’inizio degli anni 2000, il racconto narra in prima persone le vite di nove diversi personaggi appartenenti alla stessa famiglia. Ognuno racconta seconda la propria prospettiva e secondo il proprio punto di vista i cambiamenti della società: da un lato c’è quindi la madre che vede crescere i figli senza un padre, e i figli appunto che evolvono tra convenzioni sociali in cambiamento, chiacchiere di quartiere e studi all’università. Un romanzo polifonico nel quale si scoprono i sentimenti profondi delle diverse generazioni algerine, accomunate da un generale senso di abbandono e di immobilismo.
Un simile approfondimento è offerto da Kamel Daoud, giornalista, saggista e intellettuale algerino, nella sua raccolta di articoli intitolata Le mie indipendenze (La Nave di Teseo, 2017). Il volume raccoglie circa quattrocento “chroniques” (articoli di commento) pubblicate tra il 2010 e il 2016 sul Quotidiano di Orano, nelle quali Daoud affronta, racconta e spesso critica il cambiamento sociale e le difficoltà politico del suo paese. Le sue “chroniques” sono diventate famose in tutto il paese per lo stile particolare, molto poco giornalistico e più letterario, con il quale erano scritte. Una particolarità che rendere quindi la raccolta molto comprensibile anche chi non è parte della quotidianità del paese e offre un’interpretazione profonda delle contraddizioni e dei problemi dell’Algeria contemporanea.
Infine, per fare un salto nel passato e calarsi proprio dentro quella feroce Decade Nera c’è 1994 (Rivages, 2018) l’ultimo romanzo del giovane scrittore Adlène Meddi. Non ancora tradotto in italiano, il romanzo scritto in forma di thriller storico affronta con coraggio la vita degli adolescenti algerini negli anni’90, in particolare nel 1994 l’anno di volta della Decade Nera. Attraverso gli occhi, ma soprattutto le sensazioni, di un giovane “rivoluzionario” divenuto poi parte dell’esercito, Meddi – che all’epoca era anche lui diciannovenne – riesce a spiegare il contrasto tra gli ideali offerti dalla “rivoluzione” dei gruppi islamisti e il duro mondo delle istituzioni militari di sicurezza a cui apparterrà per volere del padre e insieme al padre.
Barbara Palla
Kaouther Adimi, Il lato oscuro degli altri, Il Sirente, 2017.
Kamel Daoud, Le mie indipendenze, La Nave di Teseo, 2017.
Adlène Meddi, 1994, Barzak/Rivages, 2018.
Per approfondire: Francesco Borsari, L’Algeria in protesta verso il voto presidenziale, ISPI.
Rivista di Antropologia Culturale, Etnografia e Sociologia dal 2011 – Appunti critici & costruttivi