Pubblicato il 4 Maggio 2020

L’antropologia come struttura mentale, uno strumento utile per ripensare il mondo oggi

di Melissa Pignatelli

“Antropologia”, interessante, sempre piaciuta l’idea dicono in molti, ma cos’è esattamente? Ci voleva un piccolo vademecum attraverso il quale presentare questa materia così particolare a tutti i possibili interessati. Così Tim Ingold, antropologo superstar nel suo campo, ha scritto Antropologia (Meltemi, 2020) per tutti gli appassionati e curiosi in cerca di saperne di più. Il risultato, come recita il sottotitolo, potrebbe essere utile a “ripensare il mondo”. Semplicemente.

L’antropologia culturale ha sempre pensato di poter contribuire ad offrire uno sguardo diverso sulle attività sociali e per questo ha impegnato innumerevoli antropologi in vari angoli di mondo a cercare di capire e sistematizzare come si fossero organizzati i vari gruppi umani del pianeta, come Ingold racconta bene e brevemente facendo tutto l’excursus storico della disciplina.

Non si sa bene se l’obiettivo degli antropologi sia stato raggiunto, ma probabilmente no. E questo per il semplice fatto che l’antropologia è una scienza in divenire, è capace di adattarsi con l’uomo ai suoi cambiamenti; non è fossilizzata sul passato ed ha una grande capacità critica ed autocritica. Fatto sta che Ingold, ci consegna un librino che contiene sia il sogno degli antropologi che partono per studiare le culture degli altri sia i risultati che raccolgono quando si misurano con i loro colleghi e con la realtà generale, sia uno strumento utile per mettere a fuoco i suoi vari aspetti ed adattarla alle sfide del mondo di oggi, che davvero non mancano.

Infatti, se l’antropologia culturale avesse una specificità unica questa forse sarebbe da rintracciare nella capacità di cercare le differenze nelle varie società – sia intese come aziende che come gruppi sociali nei vari paesi e continenti – nelle quali si inserisce, capacità che potrebbe essere molto utile oggi, ma che ancora non sembra andare per la maggiore.

Perché in fin dei conti se gli antropologi hanno capito una cosa è che la cultura è una sovrascrittura del mondo naturale e che fondamentalmente “la cultura è una struttura mentale” (p.30) quindi possono adattare questo principio a tutti i campi delle attività umane e sociali che essi decidono di delimitare con un quesito teorico.

Riassunte così le caratteristiche dell’antropologia, volendo, si può ripensare il mondo. Completamente.

Melissa Pignatelli

Tim Ingold, Antropologia. Ripensare il mondo, Meltemi, 2020.

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