Pubblicato il 10 Dicembre 2023

Shab-e Yalda, il natale zoroastriano

di Maria Rosaria Mormone

Una ricorrenza molto sentita in Iran è il Natale zoroastriano: si chiama Shab-e-Yalda ed è un’importantissima festività persiana che risale alla notte dei tempi e si celebra il 21 Dicembre che è proprio la notte più lunga dell’anno. Originariamente questa festività è nata in modo del tutto simile a quanto accade in moltissime culture antiche ovvero per festeggiare la notte più lunga dell’anno nell’emisfero nord della Terra, la vigilia del Solstizio d’Inverno, quando la Luce (simbolo del Bene e di Dio) vince sulle Tenebre (simbolo del Male) e le popolazioni antiche festeggiavano la “rinascita” del Sole.

In seguito alla dominazione islamica lo Shab-e Yalda ha assunto un significato diverso e il significato religioso preesistente è andato via via svanendo come per le altre feste di origine zoroastriana. Tuttavia, questa rimane una delle ricorrenze persiane più suggestive.

Durante la notte più lunga dell’anno le famiglie si riuniscono per esorcizzare il buio della notte restando sveglie a parlare, a cantare e a ballare. La tavola è imbandita con prelibatezze di ogni genere in un’atmosfera intima, allegra e gioiosa. I frutti più importanti del banchetto spesso preparato su un tappeto adagiato su un korsi, una singolare stufa posta sul pavimento al centro della stanza, sono l’anguria, simbolo di salute e benessere, il melograno, i cui grani simboleggiano il ciclo della vita, e l‘ajil-e moshkel gosha ossia l’ajil che risolve problemi, ovvero una miscela di sette ingredienti: datteri, pistacchi, nocciole, mandorle, uva e varie bacche secche, offerti in segno di fioretto, nella speranza di risolvere un problema.

La tradizione di servire cibi particolari e frutta fresca è un retaggio dell’antica cerimonia di invocare le divinità in modo da proteggere il raccolto dal freddo dell’inverno e di propiziare la floridezza per l’anno successivo. In particolare, il frutti dal colore rosso rappresentano la nuova vita, ma anche il calore e la bellezza dell’alba, lo splendore e la forza del Dio del Sole Mitra.

Dopo cena le persone riunite, raccontano storie e aneddoti, eseguono riti propiziatori come la lettura delle poesie di Hafez: chiudendo gli occhi e chiedendo aiuto al poeta, si apre il libro a caso. Il sonetto stampato sulla pagina sarà interpretato e fornirà la risposta alle domande sul futuro.

Maria Rosaria Mormone

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