Pubblicato il 30 Giugno 2022

Hong Kong e Macao: un giro nelle due città degli estremi

di Federico Giuliani

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Era il 1957 quando lo scrittore Joseph Kessel si aggirava nei vicoli asfissianti degli ultimi avamposti europei in Estremo Oriente. Già in quel periodo si poteva intuire la storia futura di Hong Kong e Macao, due mondi a parte che avrebbero imboccato una strada differente rispetto alla Cina Continentale. Mentre nel resto del Paese la popolazione iniziava ad assaggiare il maoismo, qui si sperimentavano stili di vita alternativi. L’arte dell’arrangiarsi, che avrebbe in futuro premiato i mercanti e gli uomini d’affari più intraprendenti, stava già plasmando la mentalità dei cinesi di periferia.

Kessel, da attento osservatore, ha riportato i suoi appunti di viaggio nell’opera Hong Kong e Macao. Città degli estremi (Obarrao, 2018). Ai tempi dell’autore, a Hong Kong non c’erano ancora gli enormi palazzoni luccicanti arrivati negli anni ’90 ma la densità abitativa era già al limite. Macao aveva meno casinò di oggi ma quelli presenti erano già trappole letali per i tanti stranieri che speravano in una svolta milionaria. L’estremo di queste due città sta nella facilità con cui i due margini della vita si toccano quotidianamente. Ricchi e poveri, privilegiati e dannati, gente per bene e criminali, giocatori d’azzardo e gentiluomini. Proprio di questo parla il reportage giornalistico di Kessel, uno dei primi a raccogliere storie, suoni e immagini della più profonda periferia cinese.

Un capitolo è dedicato al mercante William Jardine, considerato nella seconda metà dell’800 il principe del contrabbando dell’oppio. Hong Kong, colonia britannica fino al 1997, si stava affermando come uno dei centri asiatici più dinamici e legati al commercio internazionale, ma allo stesso tempo l’altro business che alimentava la ricchezza di questa città erano i traffici illegali. Jardine si affermò come il più abile nel trasformare lo spaccio di droga in un business molto redditizio.  

Diverse pagine sono poi dedicate all’inventore del Balsamo di Tigre, il rimedio tuttofare ideato da Aw Boon Haw, uomo celebrato da statue e templi. Il Balsamo di Tigre è un particolare unguento a base di canfora, mentolo e vari oli utilizzato per alleviare piccoli e grandi disturbi; dal mal di testa ai dolori muscolari, dalla tosse ai problemi alle articolazioni. Fu sviluppato in Birmania nella seconda metà dell’800 dall’erborista Aw Chu Kin, che prima di morire incaricò i figli, fra cui, Boon Haw, di perfezionare il suo prodotto. Così è diventato ricco e famoso Aw Boon Haw, in tutta Hong Kong e non solo.   

Macao è stata invece una colonia portoghese fino al 1999. Un piccolo porto franco in cui si diffuse fin da subito il gioco d’azzardo. Facoltosi uomini d’affari decisero di investire nel settore costruendo casinò e hotel. Oggi Macao ne ospita 41, molti dei quali destinati ad accogliere una clientela vip, ma già nell’epoca di Kessel esistevano diverse case da gioco. A farne le spese era l’armonia urbana di Macao, oppressa da quei colossi in cemento descritti come “stravaganti, massicci, fuori contesto, orribili”.  

Accanto ai personaggi più noti c’è poi un esercito di persone senza volto. Anche loro vengono analizzati in dettaglio. Hong Kong e Macao sono piene di rifugiati cinesi, approdati in queste latitudini per farsi una vita migliore. La maggior parte di loro finisce però in un giro dal quale difficilmente potrà uscirne. Accade così ai conducenti di rickshaw – cioè i risciò, i mezzi a due ruote trascinati dalla forza umana – che sbarcano il lunario prestando servizio agli stranieri, ma che appena intascano denaro lo spendono subito nelle fumerie dell’oppio.

In fondo ai gironi infernali c’è spazio anche per gli ultimi degli ultimi, donne e bambini lasciati in balia del destino. “Bastava osservare per un istante il volto delle donne – racconta lo scrittore –  per cogliere la loro miseria fisiologica, la loro espressione spenta, inerte. E bastava passare davanti alle abitazioni per rendersi conto di quanto fossero abiette e sovrappopolate di bambini e vecchi affamati”. Fra l’indifferenza generale Kessel è uno dei pochi a non girarsi dall’altra parte. 

 

Federico Giuliani

Da leggere: Joseph Kessel, Hong Kong e Macao. Città degli estremi, Edizioni ObarraO, 2018.

In fotografia: un panorama di Macao, Andrew Moore, Macao 2017.

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