Pubblicato il 25 Novembre 2024
“Abbiate pietà di lei”, una poesia per la libertà di Forugh Farrokhzad
di Melissa Pignatelli
La poesia Abbiate pietà di lei è parte della raccolta delle opere complete di Forugh Farrokhzad poetessa persiana nata a Tehran nel 1934 e morta in un sospetto incidente d’auto nel 1967. Le sue poesie, che circolavano in Iran già al tempo dello Shah negli ambienti più progressisti della capitale, suscitarono scandali ed entusiasmi perché sfidarono (e sfidano tutt’ora) tabù assoluti e universali come il piacere femminile e la libertà della donna di disporre del suo corpo. La censura nei suoi confronti non ha mai smesso di operare, ma la sua opera continua ad essere considerata un capolavoro della letteratura contemporanea. Nella collana Capoversi, Domenico Ingenito (UCLA) ha curato per il catalogo Bompiani 2023 la prima raccolta al mondo che riunisce – senza censure – tutte le opere scritte da Forugh Farrokhzad in persiano con traduzione italiana a fronte.
Riportiamo una poesia della raccolta che ci sembra particolarmente significativa se messa in relazione con le ultime notizie d’attualità riguardo la condizione della donna nell’Iran contemporaneo.
Abbiate pietà di lei
Abbiate pietà di lei
che a volte dimentica
il legame doloroso tra la sua esistenza
e le acque stagnanti, le fosse svuotate,
per poi credere
– ingenuamente credere –
che anche lei merita di vivere.
Abbiate pietà di lei,
della rabbia indifferente di un’immagine
che negli occhi di carta
scioglie il desiderio lontano di uno slancio.
Abbiate pietà di lei
del suo sudario attraversato per intero
dalla corrente rossa della luna,
le fragranze riverse della notte
giungono a turbare
il sonno millenario del suo corpo.
Abbiate pietà di lei
che dentro di sé si disfa
mentre la pelle dei suoi occhi brucia ancora
immaginando i raggi della luce
e i suoi capelli vani
tremano disperati, penetrati dall’alito d’amore.
Ascoltate, abitanti della terra semplice della gioia,
compagni delle finestre aperte nella pioggia:
abbiate pietà di lei
abbiatene pietà
perché una magia la tiene prigioniera,
perché le radici delle vostre vite fruttuose
affondano nei terreni della sua malinconia
e con gli affondi lancinanti dell’angoscia
dilatano il suo cuore ingenuo
in un angolo del petto.
L’ immagine di apertura è la fotografia di una particolare installazione site-specific dei Gelitin/Gelatin collettivo di artisti contemporanei viennesi per una mostra in corso a Roma a ForoF, un luogo voluto da Giovanna Caruso Fendi che combina arte e archeologia. Nimbus Limbus Omnibus è il titolo del progetto espositivo complessivo ideato dai Gelitin/Gelatin e curato da Bartolomeo Pietromarchi negli spazi di ForoF, visitabile a pagamento fino al 30 Giugno 2025.
Il particolare dell’installazione che raffigura una capigliatura vista da dietro, veicola un certo senso di inafferrabilità, di ricerca di una vista di fronte, che però non prosegue, e che non raggiungiamo mai coinvolgendoci in una spirale quasi soffocante – che fa capire l’importanza del viso, del movimento libero, della libertà semplice.
Durante la serata inaugurale del nuovo progetto di ForoF, Caffè Culturali Contemporanei, sono state lette poesie selezionate dalla Setta dei Poeti Estinti, poi i partecipanti si sono raccolti in un momento di lettura silenziosa, secondo la formula del silent reading. Il tema delle letture era quello della Libertà ed i partecipanti potevano poi condividere le loro riflessioni successivamente, durante un momento conviviale, che ha riportato il contatto umano al centro della serata: idealmente quella sera avrei letto questa poesia.
Il tema della Libertà della serata richiama direttamente la “manumissio”, il rito di liberazione degli schiavi nell’antica Roma, che si svolgeva proprio dove sono esposti oggi i lavori dei Gelitin/Gelatin e dove abbiamo letto silenziosamente le poesie, ovvero nell’abside orientale della Basilica Ulpia (II sec. d.C.), i cui resti sono oggi visibili negli spazi sotterranei recuperati e valorizzati dal progetto complessivo di ForoF
Melissa Pignatelli
Rivista di Antropologia Culturale, Etnografia e Sociologia dal 2011 – Appunti critici & costruttivi