Pubblicato il 25 Novembre 2025
Birra, donne e campagna per un cambiamento culturale
di Melissa Pignatelli

“Una birra contro la violenza” è la nuova campagna che vede Coldiretti e Una, Nessuna e Centomila agire insieme per promuovere una socialità sicura, libera da pregiudizi, dissimulazioni e sotterfugi che a volte prendono corpo all’ombra dell’alcool.
Per vedere un cambiamento nella nostra società, per costruire una rete più sicura e stabile, delle relazioni sane, dobbiamo realizzare, a piccoli passi, tutte e tutti insieme delle modifiche comportamentali fondamentali, che andranno a modificare la nostra struttura culturale. Per promuovere una nuova consapevolezza, accogliendo abitudini delle nuove generazioni.
L’associazione Una, Nessuna e Centomila con Coldiretti hanno scelto una birra.
Perchè una birra?
“La birra è una delle bevande più diffuse e apprezzate” si legge su sito di Una, Nesssuna e Centomila “simbolo di socialità e condivisione. È consumata in larga parte da un pubblico maschile (oltre il 70%) e accompagna spesso momenti conviviali, soprattutto nei mesi più caldi. Tuttavia, non si può ignorare che l’alcol, in alcuni contesti, venga associato a situazioni in cui il rispetto viene meno, diventando un pretesto per giustificare comportamenti inaccettabili da parte degli uomini nei confronti delle donne. È fondamentale saper riconoscere quando la convivialità oltrepassa il limite: l’alcol non può e non deve essere usato come alibi per battute sessiste, molestie o atti di violenza. Lo stato di ebbrezza, proprio o altrui, non giustifica mai la violazione del consenso, né può in alcun modo spostare la responsabilità sulla vittima.
Allo stesso tempo, è essenziale riaffermare con forza il diritto delle donne a vivere pienamente e liberamente la propria socialità, senza timori, giudizi o pregiudizi. Il rispetto del consenso deve essere sempre chiaro, esplicito e continuo. Per questo oggi è più che mai necessario promuovere una cultura del bere consapevole e responsabile, che metta al centro la libertà e la dignità di tutte e tutti.
Su questi presupposti nasce un progetto per la produzione e vendita di una birra diversa: una birra che parla agli uomini, anche a quelli che non vogliono ascoltare. Una birra che mette in discussione il rapporto tra alcol e violenza, e che usa il linguaggio diretto, semplice, autentico della bottiglia per lanciare messaggi forti, chiari, inconfondibili: messaggi contro la violenza a favore del rispetto, anche per il bere responsabile.
Ma è soprattutto una birra che veicola una nuova narrazione femminile, fatta di forza, rinascita e comunità. Le donne della filiera agricola ne sono protagoniste, dimostrando il loro potere riabilitante nella società a partire dalla terra. Da qui nasce l’idea di un prodotto unico nel panorama italiano: una birra interamente made in Italy, frutto di una filiera agricola tutta al femminile. Dalla coltivazione alla trasformazione, ogni fase è affidata a imprenditrici italiane, per una filiera etica, trasparente e di alta qualità. Una testimonianza concreta di come l’agricoltura femminile possa generare valore, economia e riscatto”.
Agendo sulla consapevolezza, sul linguaggio, sulla comunicazione possiamo attivare un nuovo modo di vivere, come una donna che beve una birra, da sola o in compagnia, senza attirare giudizi, pre-giudizi o pre-concetti, semplicemente “Libeeera”.
Possiamo anche noi agire oggi per essere quel cambiamento che vorremmo vivere ogni giorno.
Rivista di Antropologia Culturale, Etnografia e Sociologia dal 2011 – Appunti critici & costruttivi