Pubblicato il 14 Novembre 2023

“La pelle fredda e livida”

di Valeria Batazzi

Nel silenzio del mattino, nell’ombra della notte.

Quando tutto è deciso ma nulla è delineato.

Il canto delle sirene come uno spiffero che attraversa uno spiraglio.

La pelle fredda e livida, segnata dalla vita, abbandonata alla morte.

Quando tutto ha inizio ma oramai è la fine.

Quando è arrivata la fine ma è solo l’inizio.

Nelle parole non dette, nei gesti senza parole.

Il vento che si sprigiona e come un eco rimbomba negli spazi vuoti.

Il fuoco che ci scalda, ci protegge e che brucia quello che c’era, ci ferisce.

L’acqua che ci bagna, che ci nutre, che accoglie le nostre lacrime, dolci e salate.

La terra su cui camminiamo, sacra, non più nostra, porta un altro nome.

Nel silenzio, nel rumore.

Tu sei lì.

Fermo.

Puoi stare fermo?

Quando tutto si muove rapidamente intorno a te ma percepisci un rallentamento del tempo,
un limbo temporale.

Nel limbo temporale, il sudore che bagna il tuo viso si mischia alle lacrime salate per la rabbia, per la vergogna, per la paura; dolci per tua madre, per la tua amata, per la compassione.

Il tuo sangue si mischia al suo sangue, due corpi estranei che non si conoscono ma diventano un tutt’uno, per sopravvivenza, per forza, per amore.

Un pezzo di terra, solamente un pezzo di terra, la patria dell’orgoglio, della potenza,
della ricchezza.

Bagnano la tua terra con sangue e lacrime per nutrirla, nutrirla di odio, discordia, dolore.

Piantano i loro semi nella tua terra, sperando di avere lo stesso risultato.

Tu sei lì.

Fermo.

Fermo ma ti muovi, vai avanti per inerzia. Ti muovi ma non sai che ti stai muovendo.

Nel limbo temporale che ti accompagna, che ti culla, non sai per cosa o perché o per dove.

Come la notte, va e viene.

Come il giorno, muore e rinasce.

Il sole che scalda la tua pelle livida e fredda che ha vissuto la vita, segnata dalla morte.

Nel silenzio delle tue parole, nello sguardo dei tuoi occhi vitrei.

Quando senti la fine ma ti sembra l’inizio.

Quando il rumore assordante si fa quieto.

Il vento che trascina il fumo nero, riempie i tuoi polmoni.

Il fuoco che come un leggero tepore ti culla, ti addormenta

L’acqua che ti bagna, che ti ricorda casa, che forma una coperta sotto la tua figura ancora calda.

E la terra, su cui ti distendi, per cui hai lottato.

La tua terra.

Per sempre tua.

Memento mori.

 

Valeria Batazzi

 

 

In apertura dell’articolo abbiamo l’immagine della Pietà Vaticana di Michelangelo Buonarroti, che ben illustra la sensazione di pelle fredda e livida descritta in questa poesia di Valeria Batazzi. Il calco della statua è stato esposto al Museo Novecento di Firenze da Febbraio a Luglio 2022 con le altre due pietà di Michelangelo, la Pietà Rondanini (conservata a Milano) e la Pietà Bandini appena restaurata (conservata al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, maggiori info sul sito Museo Novecento, le tre pietà qui.

Immagine di apertura: Laboratorio Restauro Marmi dei Musei Vaticani, Calco della Pietà di Michelangelo, gesso, 1975, Musei Vaticani, Atrio della Pinacoteca, inv. 50661

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