Pubblicato il 16 Febbraio 2024
Una rubrica sulla vita sociale delle cose, e la prima storia: Hugo e il libro
di Matteo Sicios
Genova è un porto, nel passato è stata un grande porto, una porta, un luogo di arrivo e di partenza, di permanenza e di grandi cambiamenti. Come in tutte le città italiane, oggi vi abitano persone che sono nate in altri paesi, che hanno vissuto culture molto diverse dalla nostra e che stanno facendo un percorso di integrazione che può essere appena cominciato, così come ampiamente concluso. Parlare con loro vuol dire conoscere punti di vista spiazzanti sia su piccole cose, facezie quotidiane magari, sia su tematiche più impor tanti, che riguardano la vita, la cultura. Abbiamo deciso di organizzare degli incontri e di chiedere a queste persone di scegliere una “cosa” qualsiasi, uno strumento di lavoro, un oggetto che ha a che fare con un hobby, uno sport, un’attività, o magari è un ricordo, un portafortuna, un cimelio, … e di farsi ritrarre in fotografia, chiacchierando di sé e dei significati di quell’oggetto.
L’idea nasce dall’incontro tra LaRivistaCulturale.com e il progetto www.museodellecose.org, l’obiettivo è quello di raccontare l’anima degli oggetti e l’importanza che rivestono per ognuno di noi.
Parlare di un oggetto che ci sta particolarmente a cuore significa infatti parlare della nostra vita, della nostra storia, del luogo in cui siamo nati e di quello in cui ci troviamo ora. Gli oggetti delle persone che incontreremo potrebbero provenire dal paese d’origine, o semplicemente ricordarlo, potrebbero essere oggetti acquistati in Italia, ma legati a doppio filo col suolo natio, di certo sono il pretesto per farci raccontare le storie di cambiamento che vi proporremo da oggi poi.
HUGO E IL LIBRO
Hugo nasce in Uruguay 75 anni fa. Lascia il suo paese dopo il colpo di stato, va prima in Argentina, poi Chile, la Svezia, Cuba e infine Genova – è proprio il porto a dargli una mano, nella persona dell’ex console Paride Batini che ora da il nome alla Compagnia Unica dei Lavoratori Merci Varie, e non solo. Insieme ad altri connazionali apre un ristorante di cucina sudamericana, un circolo Arci di nome “Incarì” (ne fu lavoratore e grande protagonista Giuseppe Maggi alias “Pino”), conosciuto, frequentatissimo – poi fa altri lavori, sempre a Genova, che si sommano a quelli fatti in giro per il mondo (operaio specializzato nel tessile, addetto alle pulizie, stampatore, edile, libraio), possiede quindi un bagaglio di esperienze molto vasto, e una grande onestà che si percepisce nel momento di dare un consiglio per l’acquisto ai clienti di passaggio che si fermano al suo banco di libri usati.
In ogni paese del mondo in cui ha vissuto, il suo impegno nei confronti del lavoro non è mai venuto meno; ad esempio in Svezia si è messo in gioco nell’apprendimento della lingua, a Cuba nella formazione come ragioniere… ovunque sia stato ha ricevuto e dato qualcosa in cambio, come nel caso del Chile, dove un forno donava a lui e ai suoi amici il pane o della Svezia, il cui governo permetteva loro di scrivere e spedire una rivista per sostenere una svolta politica nel paese d’origine.
I proventi del loro lavoro sono sempre serviti anche per sostenere l’attività politica di chi, come loro, avrebbe voluto una società diversa in Uruguay. Hugo in Italia, a Genova, ha famiglia, legami, apprezza l’esistenza del sistema sanitario nazionale, lo confronta con quello uruguayano con cui hanno a che fare i suoi parenti, costosissimo.
Sulla storia di Hugo si potrebbe scrivere un libro. Un libro, appunto che inizierebbe quando nel Sud-America degli anni ’70 si susseguivano colpi di stato e un racconto che approderebbe a Genova nel 2024 quando il mondo pare essere in piena trasformazione, completamente diverso da quegli anni lontani, ma ai confini di un baratro, puntellato di conflitti.
Per raccontarsi, Hugo ha scelto come oggetto un libro. Non poteva essere diversamente poiché ha un banco di libri usati in pieno in centro di Genova, nei pressi della stazione “Brignole”. Hugo tiene libri usati ben selezionati, soprattutto narrativa, storia, filosofia e cultura locale, Liguria e Genova, l’approdo del suo lungo viaggio. Mentre parlo con lui vedo passare pendolari, studenti, professionisti, lavoratori, chi si appresta a far compere, commissioni, visite e appuntamenti di ogni tipo, chi corre da e per la stazione. Alcuni si accostano, guardano, leggono, si fanno distrarre dai titoli, passano da una copertina all’altra, alle loro spalle il via vai continua.
Il libro che Hugo tiene in mano è proprio di storia locale, non ha una relazione con il suo paese di origine né con esperienze fatte in precedenza: Storia e tradizioni di Genova, nelle vicende storiche italiane dalle origini al 1946, a cura di G. Marsano, Valenti editore, si legge sulla copertina. L’incontro di Hugo con i libri è avvenuto piuttosto recentemente in modo del tutto casuale, e ancor più recentemente ha acquistato il banco e comincia la sua attività.
Il libro, e forse quel libro in particolare, è però lo specchio della sua vita, fotografa un momento, quello attuale, e a parere di chi scrive, simboleggia la vita di un uomo che vive sempre nel presente e si impegna a fondo in quello che fa, questo è il caso di un oggetto-metafora.
Il romanzo che si scrive da solo ascoltando Hugo contiene tanti ideali, la forza necessaria per combattere per le proprie idee, la volontà per mettersi a disposizione degli altri, l’entusiasmo per cominciare nuove avventure, la capacità di non dimenticare gli amici e i parenti in Uruguay, ma al tempo stesso di avere uno sguardo aperto sul mondo, sempre informato.
Matteo Sicios
Rivista di Antropologia Culturale, Etnografia e Sociologia dal 2011 – Appunti critici & costruttivi