Pubblicato il 20 Dicembre 2024
Ibrahima e il suo bracciale
di Matteo Sicios

Ibrahima ha 21 anni, è nato e cresciuto in Mali. Lo incontro presso una scuola di italiano per stranieri nel quartiere di Sampierdarena. Anche se è arrivato a Genova solo pochi mesi fa, nel novembre del 2023, sa già esprimersi molte bene. Studia lingue e culture dei paesi francofoni all’Università ed ha accettato subito di raccontarsi e parlare dell’oggetto per lui più significativo.
Mi mostra il bracciale d’argento che indossa al polso destro. È un regalo di sua madre, che Ibrahima ha visto solo tre volte in tutta la sua vita. Durante il loro ultimo incontro, che risale a due anni fa, gli ha fatto questo dono perché potesse proteggerlo dal male. Ibrahima ha infatti appena subito un infortunio di gioco alla caviglia che lo ha costretto a fermarsi dal giocare a basket.
Mi racconta che all’interno del bracciale la madre ha messo delle preghiere, è una tradizione molto forte, diffusa in molti paesi del continente africano.
Osservo Ibrahima; mentre spiega tocca molte volte il bracciale su cui sono incise le lettere del suo cognome, questo segno rende l’oggetto unico, personale. Capisco molto bene che nessun altra cosa possa essere per lui più importante di quella che ho davanti agli occhi.
Matteo Sicios
Fotografie di Matteo Sicios
Articolo per la rubrica La vita sociale delle cose in collaborazione con khonsuphotos.com e museodellecose.org. Leggi gli altri articoli:
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Rivista di Antropologia Culturale, Etnografia e Sociologia dal 2011 – Appunti critici & costruttivi