Pubblicato il 18 Febbraio 2021

Fellini, anarchico?

di Marco Marulli

“Fellini anarchico ? Sì, almeno alla fine…” È quanto ci illustra Goffredo Fofi nel suo saggio Fellini anarchico pubblicato da Elèuthera in occasione del centenario della nascita del Regista romagnolo.

Questo tema, inizialmente, viene trattato come chiave di lettera per decifrare l’intimo sentire di Fellini, postulando una triangolazione tra Carmelo Bene, anarchico cosciente ed elitario, Pier Paolo Pasolini, anarchico incosciente in quanto vate, e Federico Fellini, disperatamente anarchico, foriero cioè di una “disperazione creativa”, come quando nel suo ultimo film due sbandati – non a caso a tali ! – sono gli unici, forse gli ultimi, a voler ascoltare “leopardianamente” la voce della luna.

Goffredo Fofi passa, poi, in rassegna l’intera filmografia del Regista, scorgendo elementi anarchici in ciascuna delle sue opere, soprattutto in quella più autobiografica ed antropologica, “Amarcord”, con un protagonista il cui padre è palesemente anarchico, il quale vive in un contesto politico, sociale e culturale assolutamente mediocre che “servirà da manuale per capire chi eravamo – o chi ancora si continuerà a essere – ai nostri figli e nipoti se ce ne saranno”.

Ma un principio di anarchia viene evidenziato da Fofi anche nei primi film di Fellini, quelli di ispirazione cristiana, che hanno per protagonista l’emarginazione, ovvero “La Strada”, “Le notti di Cabiria” e “Il Bidone”: e ciò in ragione dello stesso vivere dei protagonisti, tutti mossi da una visione religiosa dell’esistenza, ma calati al tempo stesso in una sorta di incosciente confusione morale.

Visione e confusione anarcoide, appunto.
La stessa attenzione – quasi propensione – di Fellini verso la diversità fisica e psichica reca in sé una pulsione sovversiva, sin dai tempi della sua formazione con Rossellini; e qui si comprende come e perché la chiave di lettura di queste figure sia, oltre che evangelica, anche rivoluzionaria: “Beati i poveri in spirito perché di loro è il Regno dei cieli”.

Fellini anarchico, dunque; alla fine sconfitto e perdente, lui che fu vincitore assoluto: ma, anche per questo, sempre più nostro.

Marco Marulli
Collaboratore redazionale del Cinema Italiano degli anni d’oro.


Ritratto di Federico Fellini di Elisabetta Catalano.

Fino al 21 Marzo 2021 al Teatro 1 di Cinecittà l’Istituto Luce Cinecittà presenta ‘Ri-tratto rosso – Elisabetta Catalano guarda Federico Fellini.

Goffredo Fofi, Fellini anarchico, Eleuthera, 2021

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