Pubblicato il 22 Settembre 2017

Chi è Michel Maffesoli?

di Thea da Empoli

Michel Maffesoli è una delle menti che oggi hanno maggiormente compreso, accettato, definito, descritto e vissuto la postmodernità. É un esempio felice e virtuoso nel documentare la nostra contemporaneità che lui chiama il tempo delle tribù, del lusso, di dionisio, del nomadismo, del comunitario, dell’immaginario e del ritorno del tragico e  del “sacral”.

Riguardo alla religione, Maffesoli è tutt’altro che un nichilista, crede nell’istante stesso, nel qui e ora, crede nel significato vero della parola, nella tolleranza dell’Altro, e nel sincretico, nell’incontro cioè tra diverse credenze, accordando in questo modo spazio all’immaginario per incarnare il sacro. Combina l’edonismo e l’intellettualità, la conoscenza e l’immaginazione, il reale e il divino. Da sociologo descrive e crede nella religiosità, nella sua importanza e nel suo bisogno. Cerca “dio” nella vita e lo onora dimostrando la sua capacità di vivere il presente pienamente insieme all’Altro.

Ama l’Altro, ama la vita e ama i libri, ama leggerli, ma ama soprattutto le parole che li compongono con una passione infinita. Dentro ogni parola trova delle chiavi di comprensione – vocabolo che viene dalla parola “com-prendere” direbbe lui – per poter prendere fra le mani la realtà che ci circonda. Prendersi il tempo per avere una vera e profonda capacità di capire una nozione, di farla propria, per poi poterla vivere fino in fondo. 

Attorno a sé, da vero maestro, Maffesoli ha una tribù di giovani pensatori, di “seguaci” che grazie a lui hanno avuto un senso di vera connessione col mondo, invece di soffrire ciò di cui gli studenti tendono a lamentarsi oggi, ovvero del gap generazionale. Attraverso il dialogo e l’ascolto di questi giovani, Maffesoli è stato capace di rimanere sempre presente, sempre fresco e sempre attuale.

Ha viaggiato, ornato dell’immancabile papillon e del suo capello nero da intellettuale parigino, in tutto il mondo ma soprattutto in Sudamerica dove è ricevuto con grande entusiasmo di anno in anno e dove lui si trova a casa. In Francia è criticato e invidiato dai sociologi più ortodossi – che si sono resi conto che era diverso quando ha assegnato una tesi di dottorato a una sua studentessa, la famosa astrologa Élizabeth Teissier – ma ha anche molti amici, colleghi e vecchi compagni illustri come Zygmunt Bauman, Peter Sloterdijk, Jean Baudrillard, Edgard Morin, Atnhony Giddens, Alberto Abbruzzese, Franco Ferrarotti e Gianni Vattimo con cui ha condiviso il pane e ha costruito il suo pensiero.

Figlio di un minatore immigrato italiano, nato a Graissesac (Hérault, Francia) nel 1944, Maffesoli ha cominciato a studiare da solo da bambino alla libreria pubblica. Un Tantalo della conoscenza, studia prima a Grenoble dove diventa pupillo di Gilbert Durand e poi a Parigi con Julien Freund. Maffesoli focalizza i suoi interessi attorno alla questione del legame sociale comunitario e dell’importanza dell’immaginario nelle nostre società contemporanee. 

Tra i fondatori della sociologia comprensiva, Maffesoli, oggi professore Emerito alla Sorbona e all’Institut Universitaire de France, ha scritto 44 libri nella sua lingua madre (il francese) ed è stato tradotto in nove lingue (anche in inglese, nonostante la sua aperta mancanza d’interesse nei confronti del mondo anglosassone). Tradotti in italiano, fra altri, c’è una lunga lista di titoli: Del Nomadismo (Milano 2000), Elogio della ragione sensibile (Formello 2000), La parte del diavolo (Roma 2003), L’istante eterno (Roma 2003), Il tempo delle tribù (Milano 2004), Note sulla postmodernità, Reliance. Itinerari tra modernità e postmodernità, Apocalisse. Rivelazioni sulla socialità postmoderna, Nel vuoto delle apparenze. Per un’etica dell’estetica, La trasfigurazione del politico. L’effervescenza dell’immaginario postmoderno, Icone d’oggi, Elementi di sovversione postmoderna, La contemplazione del mondo. Figure dello stile comunitario… fino al suo libro più recente, La virtù del silenzio, che parla del bisogno collettivo di avere una comunione emozionale, parla del bisogno di reliance: della dipendenza dell’Altro, dell’éclatement (termine che lui usa per dire ‘entrare in un rapporto di piacere dell’essere insieme, dell’intensità del momento, amare questo mondo esattamente com’è’) con l’Altro, l’Altro nella comunità, l’Altro del cosmo, l’Altro della deità.

La vita di Michel Maffesoli è composta da tanti viaggi, ma anche da tanti riti familiari, il ristorante del vicinato, le serate con gli amici di diverse culture e credenze che accoglie a casa sua insieme a sua moglie Hélène Strohl (con cui dirige anche la rivista i Cahiers de l’Imaginaire). Con Hélène, Michel ha avuto 4 figlie: spesso le troverete tutte insieme ad ascoltarlo.

Thea da Empoli

Il 23 settembre 2017, nella Basilica di Santa Croce – Sala Maddalena, a Firenze, alle ore 16.30,  Michel Maffesoli partecipa all’incontro Religioni di pace o di guerra? insieme a Alberto Negri e Ernesto Galli della Loggia, evento organizzato nel contesto del Festival delle Religioni, il programma è consultabile qui.

 

 

Di 22 Settembre 2017Cultura, Filosofia

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