Pubblicato il 18 Dicembre 2025

Prospettiva Neanderthal: come i reperti di Grotta Guattari ci raccontano la nostra storia

di Melissa Pignatelli

Sfavilla in un infinito gioco di specchi il teschio di Neanderthal ritrovato a Grotta Guattari che da stasera ripeterà dal MUCIV-Museo delle Civiltà di Roma la sua prospettiva storica nata nella notte del tempo, tra i cinquanta e i centomila anni fa. Decisamente più sexy dei teschi di Damien Hirst, i reperti ossei e il cranio ritrovati per caso nel 1939 nei pressi del Monte Circeo (LT), hanno permesso di aggiungere un tassello alla storia del nostro genere, rilasciando informazioni che hanno permesso di definire meglio le caratteristiche della nostra famiglia degli ominidi, genere homo, specie neanderthalensis.

L’esperienza della visita alla Grotta Guattari, l’ambiente vegetale e le specie animali coeve dei neanderthaliani sono ricostruiti con immagini, suoni, luci ed ombre che proiettano nello spazio un panorama rimasto sepolto per migliaia di anni. La tecnologia combinata con il sapere, i nuovi supporti di comunicazione integrati con informazioni scientifiche puntuali, i pannelli brevi con i link per approfondire permettono a tutte le generazioni di avvicinarsi all’antropologia fisica, alla preistoria, all’archeologia, alla paleontologia e alla paletnologia anche senza alcuna esperienza del settore.

Il nuovo percorso espositivo permanente del MUCIV trova il suo apice nelle piccole, preziose teche che custodiscono i reperti preistorici originali: dal cranio Guattari 1 (nella foto di apertura) alle mandibole con i denti rinvenute negli ultimi scavi del 2021, proprio quelli che hanno permesso di contribuire alla ricostruzione storica delle caratteristiche del nostro genere nel mondo. E in effetti quando appaiono quei crani lucidi e quelle ossa brunite dal tempo, così fragili e così imponenti, con quelle forme fossili che pur sono le nostre, un certo brivido ci porta ad intravedere la nostra storia in un lampo. Le migliaia di anni di racconti, storie e visioni si possono solo immaginare oltre le mandibole, dietro i denti, nelle orbite vuote, nelle scatole craniche che rimangono a fissarci così come li vediamo, fossili silenziosi, testimoni loro malgrado della nostra epoca contemporanea.

Melissa Pignatelli

 

Prospettiva Neanderthal, l’evoluzione del cranio: dalle australopitecine al sapiens esposti nella Sala Grotta Guattari al MUCIV-Museo delle Civiltà di Roma. Foto di Melissa Pignatelli

La storia del sito di Grotta Guattari

Grotta Guattari si apre su un versante del monte Circeo (San Felice Circeo, LT), in un territorio che anche prima di questa scoperta aveva restituito evidenze della presenza del Neanderthal. L’individuazione dell’apertura della grotta, ostruita da una frana decine di migliaia di anni prima, avvenne casualmente il 24 febbraio 1939 da parte di un operaio che lavorava in un terreno di proprietà di Angelo Guattari. Verso il fondo della grotta, in un ambiente in seguito denominato “Antro dell’Uomo”, furono rinvenuti un cranio quasi completo e, nelle sue vicinanze, anche una mandibola, oggi noti come Guattari 1 e Guattari 2. Il paleoetnologo Alberto Carlo Blanc, chiamato a indagare il sito, comprese l’enorme importanza del ritrovamento e portò il cranio all’antropologo Sergio Sergi, il quale attribuì il reperto ad un’umanità estinta: Homo neanderthalensis.

Informata dell’eccezionale scoperta, la Regia Soprintendenza alle Antichità di Roma autorizzò l’Istituto Italiano di Paleontologia Umana a intraprendere indagini archeologiche nella grotta. Le ricerche, coordinate da Alberto Carlo Blanc e Luigi Cardini, portarono alla luce numerosi resti faunistici e strumenti litici. Nel 1950, lungo la parete esterna della grotta, venne scoperta una seconda mandibola (Guattari 3).

Il cranio Guattari 1 è noto per essere stato a lungo interpretato come evidenza di cannibalismo rituale, in particolare del consumo del cervello, a causa della rottura alla sua base, e per essere stato rinvenuto al centro di quello che appariva come un cerchio di pietre. Anche se questa ipotesi può apparire molto suggestiva, i successivi studi, condotti negli anni ‘80 del secolo scorso, l’hanno messa decisamente in discussione. Infatti, un attento e completo riesame del contesto ha portato a concludere che la grotta, almeno nelle fasi precedenti alla sua completa chiusura causata da una frana avvenuta circa 50 mila anni fa, fosse stata una tana di iene e che i resti umani fossero stati probabilmente introdotti all’interno della grotta da questi carnivori al pari di quelli di altri animali.

A partire dal 2019, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone e Latina, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, guidata dal Prof. Mario Federico Rolfo, ha avviato nuove campagne di scavo a Grotta Guattari. Le indagini hanno permesso di individuare altri 15 resti umani, comprendenti elementi del cranio e del post-cranio, oltre ad alcuni denti isolati. Ad oggi, si tratta del campione di Neanderthal più consistente mai rinvenuto in un singolo sito nel territorio italiano. Oltre ai reperti umani, i recenti scavi effettuati sia all’interno della grotta sia all’esterno, hanno restituito industrie litiche e resti faunistici inclusi cervi, bovini selvatici, cavalli, iene, elefanti, rinoceronti che permettono di ricostruire le condizioni climatiche e ambientali nel periodo in cui la grotta era stata frequentata dal Neanderthal e dalle iene. Vecchi e nuovi ritrovamenti sono attualmente oggetto di studio da parte di un’équipe di ricercatori italiani.

 

INFORMAZIONI & CONTATTI

Muciv-Museo delle Civiltà – Piazza Guglielmo Marconi, 14E, Roma EUR

LABORATORIO NEANDERTHAL. Le scoperte di Grotta Guattari, Piano Terra

CONTATTI: mu-civ@cultura.gov.it, +39 06 549521, Link sito Museo delle Civiltà

 

Accesso alla Sala Grotta Guattari

L’accesso a LABORATORIO NEANDERTHAL. Le scoperte di Grotta Guattari sarà possibile in giorni e orari specifici:

– Dal 18 dicembre 2025 al 5 gennaio 2026: tutti i giorni (esclusi i giorni di chiusura), ore 08.30-13.00 (ultimo ingresso ore 12.30)

– Nei soli giorni 1 e 6 gennaio 2026: orario continuato, ore 08.30-19.00 (ultimo ingresso ore 18.30)

– Dal 7 gennaio 2026: dal martedì al venerdì: visite su prenotazione per gruppi e scuole scrivendo a didatticamuciv@abintra.it

Sabato e domenica: ore 08.30-13.00 (ultimo ingresso ore 12.30)

Visite al sito di Grotta Guattari a San Felice Circeo (Latina)

Per informazioni e prenotazioni è possibile rivolgersi a:

Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio (Sabaudia)

E-mail: sabap-lazio.personalesabaudia@cultura.gov.it

Tel. 0773510768 / 3483999261 (orario: 08.00-14.00)

Pro Loco San Felice Circeo

E-mail: info@prolococirceo.it

Tel. 0773547770 / 3299166914

Link: https://sabapfrlt.cultura.gov.it/luogo-della-cultura/grotta-guattari/

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