Pubblicato il 20 Marzo 2019
L’arte quotidiana della Calligrafia, in Egitto
di Barbara Palla
Camminando per le vie della periferia del Cairo, in alcuni quartieri popolari di Alessandria e su alcuni camion lungo i grandi assi di comunicazione in Egitto si può ritrovare il fascino un po’ retrò delle insegne pubblicitarie realizzate con scritte calligrafiche artigianali. Da sempre la calligrafia araba è l’unica arte sacra permessa. La creatività e la versatilità che la calligrafia offre si è estesa anche oltre le decorazioni religiose fino ad affermarsi come arte di strada. Fino a qualche decennio fa, era comune trovare scritte calligrafiche, sia decorative che pubblicitarie, su edifici e negozi, ma questa pratica popolare secondo la scrittrice Basma Hamdy e la fotografa Noha Zayed sta lentamente scomparendo a causa della digitalizzazione della scrittura. Nel loro ultimo libro Khatt: Egypt’s Calligraphic Landscape (edito da Saqi Books, 2018) hanno raccolto numerose fotografie e testimonianze della quotidianità artistica e calligrafica dell’Egitto.
Nel mondo arabo-musulmano, la scrittura si articola in numerose forme calligrafiche, dalle più normali alle più artistiche come la calligrafia khatt. Dalla parola araba che significa linea, khatt è quella forma di scrittura a linea continua che rende le parole e lettere delle vere e proprie opere d’arte. La calligrafia khatt si ritrova specialmente nelle decorazioni delle moschee, degli istituti di culto e di cultura, ma anche nelle antiche fortificazioni e nei palazzi reali. Per la sua speciale versatilità, in alcuni periodi e in alcune zone è stata associata anche alla comunicazione con il mondo magico, per questo è stata utilizzata per realizzare delle speciali incisioni su talismani e amuleti.
Una caratteristica particolare di questa forma di scrittura riguarda la sua capacità di veicolare, più di altre calligrafie, delle sensazioni nello scrittore. Quando le lettere sono accavallate le une sopra le altre e si susseguono in modo rapido, riescono a dare l’idea della velocità e della fretta, mentre invece quando è rispettato lo spazio tra le une e le altre e la scrittura delle lettere è curata si ritiene che il lettore provi un sentimento di pace. Nei piccoli dettagli che si nascondo nelle scritte è possibile leggere molto di più di quanto riportato dalle parole.
Questa forma particolare di scrittura si è nel tempo estesa oltre i confini della decorazione propriamente religiosa anche a livello urbano per decorare i palazzi ma anche i negozi e i camion dei commercianti. Sui muri delle abitazioni si ritrovano infatti delle scritte accompagnate da immagini evocative che comunicano messaggi di pace, serenità, auspicio ma anche di paura e ammonimento o semplicemente delle citazioni del Corano. Le scritte più creative sono però quelle dei negozi: le insegne sono state dipinte e incise dagli stessi commercianti o da calligrafi professionisti, così come i listini dei prezzi dei prodotti, gli orari di apertura, i numeri di telefono e le pubblicità.
Fino agli anni ’50 questa pratica era molto diffusa e ha dato vita un patrimonio artistico spontaneo molto variegato che è ancora parte integrante del quotidiano non solo dell’Egitto, ma di tanti altri paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. I segni del tempo e l’erosione atmosferica hanno conferito a queste scritte un fascino, molto evidente nelle fotografie di Noha Zayed.
Nel timore che questa particolare forma di arte di strada, spontanea e artigianale, andasse persa nella possibile transizione verso una calligrafia digitale e più standardizzata, Basma Hamdy e Noha Zayed hanno voluto mostrare la varietà e la creatività calligrafica portando il lettore in viaggio in un Egitto poco conosciuto.
Barbara Palla
Per approfondire
Basma Hamdy e Noha Zayed, Khatt: Egypt’s Calligraphic Landscape, anteprima del libro.
In fotografia: un edificio di un quartiere popolare del Cairo © Noha Zayed
Rivista di Antropologia Culturale, Etnografia e Sociologia dal 2011 – Appunti critici & costruttivi