Pubblicato il 22 Agosto 2022

“Politici inetti”, la realtà secondo Antonio Gramsci

di Melissa Pignatelli

Un’ottima descrizione della distanza tra la classe politica italiana e gli individui che compongo la popolazione l’ha proposta Antonio Gramsci. Nel 1917, scrive un articolo su un argomento che allora sembra un paradosso: i politici italiani al governo sono inetti perché non considerano la realtà degli individui che compongono il popolo, non riescono a pensarla e quindi non sono capaci di immaginare quei provvedimenti atti a gestire le necessità dei singoli italiani. Ecco l’articolo che scrive il 3 Aprile 1917:

“L’attività scientifica è costituita per grandissima parte di sforzo fantastico, chi è incapace di costruire ipotesi non sarà mai scienziato. Anche nell’attività politica ha grandissima parte la fantasia, ma nell’attività politica l’ipotesi non è di fatti inerti, di materia sorda alla vita; la fantasia in politica ha per elementi gli uomini, la società degli uomini, i dolori, gli affetti, le necessità della vita degli uomini. Se uno scienziato sbaglia la sua ipotesi, poco male, in fondo: si perde una certa quantità di ricchezze di cose: una soluzione è precipitata, un pallone è scoppiato. Se l’uomo politico sbaglia la sua ipotesi, è la vita degli uomini che corre pericolo, è la fame, è la rivolta, è la rivoluzione per non morire di fame.

Nella vita politica l’attività fantastica deve essere illuminata da una forza morale: la simpatia umana. Questa forza è inaridita dalla superficialità, che significa mancanza di profondità spirituale, mancanza di sentimento, mancanza dunque di simpatia umana.

Perché si provveda adeguatamente ai bisogni degli uomini di una città, di una regione, di una nazione, è necessario sentire questi bisogni; è necessario potersi rappresentare concretamente nella fantasia questi uomini in quanto vivono, in quanto operano quotidianamente, rappresentarsi le loro sofferenze, i loro dolori, le tristezze della vita che sono costretti a vivere.

Se non si possiede questa forza di drammatizzazione della vita, non si possono intuire i provvedimenti generali e particolari che armonizzino le necessità della vita con le disponibilità dello Stato. Se si scaglia un’azione nella vita: bisogna saper prevedere la reazione che essa sveglierà, i contraccolpi che essa avrà.

Un uomo politico è grande in misura della sua forza di previsione: un partito politico è forte in misura del numero di uomini di tal forza di cui dispone. Perché ogni provvedimento è un’anticipazione della realtà, è una previsione implicita. Il provvedimento è tanto più utile quanto più aderisce alla realtà.

Ma le autorità italiane, quelle governative, quelle provinciali, quelle cittadine, non hanno finora decretato un provvedimento che non sia tardivo, che non abbia bisogno di essere modificato, o anche di essere cassato perché, invece di provvedere, faceva rincrudire il malessere.

I politici non sono riusciti ad armonizzare la realtà perché sono stati incapaci di armonizzare prima, nel pensiero, gli elementi della realtà stessa. Essi ignorano la realtà, ignorano l’Italia in quanto è costituita di uomini che vivono, lavorando, soffrendo, morendo. Sono dei dilettanti, dei superficiali: non hanno alcuna simpatia per gli uomini. Sono retori pieni di sentimentalismo, non uomini che sentono concretamente. Obbligano a soffrire inutilmente nel tempo stesso che sciolgono gli inni alla virtù, alla forza di sacrificio del cittadino italiano.

La folla è ignorata dagli uomini di governo, dai burocratici provinciali e cittadini. La folla, in quanto è composta di singoli, non in quanto è popolo, idolo delle democrazie.  Amano l’idolo, fanno soffrire il singolo individuo.

Sono crudeli perché la loro fantasia non immagina il dolore che la crudeltà finisce col suscitare. Non sanno rappresentarsi il dolore degli altri, perciò sono inutilmente crudeli”.

La capacità gramsciana di leggere il reale e di farsene interprete ci ha lasciato un’analisi della classe politica che rimane molto attuale – pur essendo passati più di 100 anni.

Antonio Gramsci, Politici Inetti – Una verità che sembra un paradosso, pubblicato il 3 Aprile 1917, riprodotto in Odio gli Indifferenti, Chiarelettere, 2011.
Selezione e adattamento di Melissa Pignatelli.

Disegno della Copertina del libro Cena con Gramsci, di Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini, BeccoGiallo editore, 2021, link qui

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