Pubblicato il 22 Gennaio 2018

Senso dell’umorismo: cosa fanno tre iraniani in situazioni diverse?

di Melissa Pignatelli

umorismo iran satira tre iraniani letteratura cultura

Gli iraniani hanno un tratto comune con gli italiani: uno spiccato senso dell’umorismo. Così nei campi della satira politica e dell’autoironia hanno una produzione infinita di vignette, spettacoli televisivi, barzellette, storielle attraverso le quali liberano (molto come qui in Italia) frustrazioni e senso d’impotenza davanti alle situazioni più grandi di loro che non riescono a modificare, ma che con grande senso umano fanno rientrare nella storia – quella antichissima, persiana, di cui sono l’espressione contemporanea – e nella società che animano.

Così in una rara pubblicazione in Italiano dal titolo Iran, Gnomi e Giganti, Paradossi e Malintesi, Ebrahim Nabavi e Reza Abedini, Editore Spirali, 2008,  troviamo un capitolino ironico sul comportamento possibile di tre iraniani in situazioni diverse. Trascriviamo il testo qui sotto per dare un esempio preciso di ciò che fa ridere gli iraniani.

Il testo è scritto da un grande autore satirico, Ebrahim Nabavi, con l’illustrazione di un’importante artista iraniano, Reza Abedini.

Tre Iraniani

Ipotesi: come si comportano tre iraniani in situazioni diverse?

Sul treno che va da Vienna a Francoforte
seduti l’uno accanto all’altro
Ciascuno prende un libro straniero o
una rivista straniera per far capire agli altri due
di non essere iraniano. E, per precauzione, spegne il proprio cellulare.
Se possibile, ciascuno cambia
scompartimento e dice tra sé: è iraniano,
non deve assolutamente sapere
che sono iraniano anch’io.

Imbarcandosi in aereo tra Teheran e Parigi
Fanno subito amicizia e vogliono sapere
chi parla francese e può aiutarli
appena arrivati a Parigi.

Imbarcati sul volo tra Parigi e Teheran
Fanno amicizia piano piano e vogliono sapere chi è
l’agente del governo e se succederà qualcosa
all’aeroporto di Teheran.

In un taxi a Teheran
Prima discutono dell’aumento dei prezzi delle case e
delle auto. Poi la guerra diventa l’argomento della
discussione. Poi raccontano barzellette su
Ahmadinejad. Poi parlano delle ultime notizie
dell’inglese Bbc e dell’americana Voa. Poi scoprono
che uno di loro è ritornato dagli Stati Uniti, e gli altri
due desiderano da tanto tempo emigrare negli Stati Uniti.

A una festa nottura
Prima parlano di politica, dopo un po’ concludono
che la politica è una cosa assurda. Poi ascoltano
Bach e discutono dei Pink Floyd ascoltando Roger
Waters. Poi bevono e ascoltano il rap, e poco dopo,
Shakira. Alla fine della serata quello che è
completamente ubriaco guida l’auto e accompagna a
casa gli altri due mezzo ubriachi.

In un’organizzazione politica, religiosa e terroristica
Fondano un’organizzazione politica per poter
distruggere un regime che pensano favorevole
all’America. All’inizio tutti e tre diventano membri del
Comitato Centrale, poi uno di loro diventa il leader
dell’organizzazione e, siccome gli serve un solo
assistente, rinchiude il terzo in un sottoscala
accusandolo di essere un collaborazionista. Poi il
leader sposa la moglie dell’assistente e l’assistente
sposa la moglie di un altro. Dopo dieci anni cessano
le azioni terroristiche contro gli americani e vanno a
lavorare per la Cia per distruggere il regime.

Nell’amministrazione pubblica
Il più stupido diventa il capo, e incarica il più
malvagio di selezionare gli impiegati e licenzia il più
intelligente.

In un gruppo di intellettuali
All’inizio si leggono l’un l’atro poesie e scritti e si
lodano a vicenda, finché si annoiano e uno di loro
se ne va. Allora i due rimasti sparlano di quello che
è andato via e si scambiano lodi. Ma anche il
secondo se ne va e l’unico rimasto scrive un’aspra
critica sugli altri due pubblicandola,
con uno pseudonimo, su una rivista.

Nell’ambiente clericale iraniano
Ci sono contrasti nel clero, ma ciascuno dei tre
sta attento a non dire cose che facciano arrabbiare
gli altri due e, quando sentono che potrebbe sorgere
un litigio, raccontano una barzelletta e si lasciano
senza litigare. Se aspettate che litighino,
perdete tempo.

All’ingresso della sala conferenze
All’inizio fanno complimenti e nessuno dei tre
vuole entrare per primo. Poi decidono che è meglio
far entrare per primo il più anziano, ma ragionando
considerano che la grandezza dipende
dall’intelligenza e non dall’età. Allora tutti e tre
confessano di essere meno intelligenti degli altri due.
Decidono che deve entrare prima chi è a destra,
ma tutti e tre si fermano in modo che
nessuno sia a destra. In quel momento la conferenza
finisce e decidono id salutarsi. Dopo, per un’ora
ciascuno dei tre insiste per accompagnare a casa gli
altri due, ma tutti e tre hanno l’auto. Così che
nessuno accompagna l’altro a casa.

All’ingresso dello stadio di calcio
I tre della conferenza vanno a una partita di calcio.
In quindici vogliono entrare da un ingresso da cui si
può passare solo in due. Quindici sono i feriti
trasportati all’ospedale.

In cella
All’inizio ciascuno sospetta che gli altri due siano spie;
poi senza assicurarsi del contrario, i tre
raccontano i loro segreti; poi si tradiscono l’un l’altro
e vengono condannati a lungi anni di carcere.

Selezione e adattamento alla lettura online di Melissa Pignatelli

Per un link al libro originale Iran, Gnomi e Giganti, Paradossi e Malintesi, Ebrahim Nabavi e Reza Abedini, Editore Spirali, 2008.

In fotografia, l’illustrazione di Reza Abedini per il testo di Nabavi.

Condividi l'articolo sui tuoi Social!

SOSTIENI





Ultimi articoli