Pubblicato il 18 Dicembre 2022
Rubem Valentin, un artista afro-brasiliano in mostra a Roma
di Melissa Pignatelli
In occasione del centenario della nascita dell’artista Rubem Valentin (Salvador, Bahia nel 1922), uno dei primi artisti primo afro-brasiliani a raggiungere una fama internazionale, la Galleria Almeida & Dale sta organizando un ciclo di retrospettive in Brasile e nel mondo. La retrospettiva di Roma all’Ambasciata del Brasile a Palazzo Pamphilj a Piazza Navona raccoglie circa trenta opere tra dipinti, sculture, rilievi e collage realizzate in periodi diversi con un focus sul periodo romano della sua pittura.
Valentim ha lavorato nella capitale italiana tra il 1965 e il 1966, un periodo durante il quale iniziò ad utilizzare la tecnica della tempera nei dipinti, che divenne più complessa incorporando una scelta più vibrante di colori e i tipici simboli ispirati al Candomblé e Umbanda così come gli xangô’s axe (simboli del Candomblé).
Il titolo della mostra è ispirato dal “Manifesto Ainda que Tardio” (“Manifesto anche se in ritardo”), scritto da Valentim nel 1976: un testo che testimonia lo sforzo di trovare una comunicazione universale tra i simboli delle religioni di matrice africana. La considerazione ieratica data ai segni visivi è guidata dalle lezioni del costruttivismo assimilato in Brasile. La geometria è al servizio dell’impegno di creare strutture sensibili che possano essere affiancate alle specifiche espressioni della cultura popolare e sincretica di Bahia.
La prima mostra personale di Rubem Valentim fuori dal Brasile fu nel 1965 alla Galleria Casa do Brasil a Roma. L’esposizione era affiancata da un catalogo con testi di Murilo Mendes, poeta surrealista brasiliano, e del critico d’arte Enrico Crispolti. Prima di questa data la sua opera era stata presentata alla 31a Biennale di Venezia (1962) e alla mostra “Alternative Attuali/2 – Rassegna Internazionale di Pittura, Scultura, Grafica” (1965), curata da Enrico Crispolti all’Aquila. Quello stesso anno un suo dipinto fu acquistato da Palma Bucarelli, allora direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, esposto in una mostra e recensito da Giulio Carlo Argan nel 1966.
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Mousse Publishing, che contiene il saggio critico di Cristiano Raimondi e Daniel Rangel, il Manifesto dell’artista, la cronologia ragionata realizzata da Claudia Fazzolari e una selezione di immagini delle
opere.
Rubem Valentin, The Brazilian trace,in mostra a Roma a Piazza Navona 10, Palazzo Pamphilj 10, fino al 30 Gennaio 2023
Rivista di Antropologia Culturale, Etnografia e Sociologia dal 2011 – Appunti critici & costruttivi