Pubblicato il 8 Giugno 2023

I pini di Roma a Castel Fusano

di Melissa Pignatelli

Il paesaggio di Roma e dei suoi dintorni è caratterizzato dal pino domestico, il Pinus pinea, una specie che entra a far parte della storia romana nel Settecento e che domina molte zone verdi della Capitale e del litorale compreso tra Palidoro e Capocotta, alle spalle di Ostia, Fiumicino, Fregene, Focene annoverando al suo interno gli scavi di Ostia Antica, i porti imperiali di Claudio e Traiano, la Necropoli di Porto, le pinete di Castel Fusano e Castelporziano, le dune costiere e dunque un’estesa zona alla foce del Tevere nel Mar Mediterraneo dal forte valore ambientale, sociale e culturale.

Il Litorale Romano infatti fu colonizzato in età imperiale romana e raggiunse nei secoli una naturalità che è stata mantenuta in equilibrio fino ad un’epoca recente, quella legata all’avvio dei lavori per la bonifica idraulica dallo Stato italiano, tra il 1884 e l’inizio del ‘900. Successivamente, nel Secondo Dopoguerra, il territorio che dalla Capitale volge verso il mare di Ostia attraverso l’Infernetto, Acilia e Casal Palocco è stato un’indiscusso protagonista dell’attività umana legata alla speculazione edilizia e alla valorizzazione turistica ai danni di distese dove la natura proliferava indisturbata. Tuttavia, le aree verdi delle pinete in prossimità del mare di Castel Fusano, Castelporziano e Capocotta hanno permesso ai luoghi di mantenersi salubri e piacevoli per gli abitanti e al particolare ecosistema al loro interno di essere preservato.

Nella zona costiera infatti, oltre che al pino domestico, la vegetazione arborea e arbustiva è caratterizzata da specie tipiche della macchia mediterranea come il leccio (Quercus ilex L.), il corbezzolo (Arbutus unedo L.), l’erica arborea (Erica arborea L.), il lentisco (Pistacia lentiscus L.), la fillirea (Phyllirea latifolia L.), l’alaterno (Rhamnus alaternus L.) e il mirto (Mirto comunis L.) costituendo un’area ad elevata biodiversità (Bianco, Fanelli, De Lellis 2002). Dal punto di vista faunistico, è da notare come ci siano ben 29 specie diverse di Tenebrionidi nella sola pineta dell’area di Castel Fusano; insetti comunemente conosciuti come coleotteri, da cui molta vita dipende nella catena degli ecosistemi (Fattorini, 2002).

La storia delle pinete del Litorale Romano ci viene tramandata da Francesco Chigi “appassionato naturalista e discendente di una famiglia che ha molto contribuito alla creazione e conservazione del complesso boscato” il quale ne documenta la nascita, come riporta uno studio pubblicato dall’Accademia dei Lincei (Agrimi, Bollati, Portoghesi, 2004):

“La storia delle pinete inizia nel 1710 quando i Sacchetti, proprietari dal Seicento della tenuta di Fusano, nel tentativo di valorizzare in senso produttivo (produzione di pinoli) quelle terre, in gran parte paludose e malsane, deciso d’impiantarvi il pino domestico. La famiglia Sacchetti, originaria della Toscana, conosceva sicuramente i buoni risultati dati da questa specie sul litorale Toscano (Ciancio et al, 1986).

L’opera di propagazione e cura della pineta fu continuata dalla famiglia Chigi – alla quale passò nel 1755 la proprietà della tenuta – attraverso i tagli di rinnovazione e le semine operate sui piccoli appezzamenti conquistati in seguito al progressivo prosciugamento dei Pantani, dopo che queste aree non furono più utilizzate come pascoli. Questo di Castel Fusano è dunque il primo e più antico nucleo di pineta.

Il secondo significativo intervento di ampliamento della pineta avvenne tra il 1870 e 1887 con la piantagione realizzata a ridosso della grande duna posta alle spalle della spiaggia , sempre ad opera dei Chigi. Negli anni seguenti, la tenuta fu data in affitto, per uso di caccia, al Patrimonio privato del re d’Italia e da allora, ogni intervento di utilizzazione produttiva fu interrotto per lasciare che la pineta assumesse un aspetto più selvaggio e naturale.

Nel 1919 i Pantani di Castel Fusano furono definitivamente prosciugati nell’ambito dell’opera di bonifica del litorale romano. Nel 1933, parte della pineta di Castel Fusano fu ceduta al governatorato di Roma per la realizzazione di una grande area ricreativa a servizio della capitale, caratterizzata oltre che dalla maestosa pineta anche da significative testimonianze archeologiche quali un tratto della Via Severiana e i resti di una villa romana erroneamente attribuita a Plinio”.

All’interno dell’area di Castel Fusano si trovano infatti i resti archeologici del complesso residenziale di epoca romana noto come “Villa della Palombara”, chiamata così per la presenza di un grande leccio utilizzato nel XIX secolo per la caccia ai “palombi” (piccioni selvatici) e si estende infatti a pochi passi dal tracciato dell’antica Via Severiana. I primi resti di una villa furono rinvenuti nel ‘700 e creduti essere quelli della “Villa di Plinio”; senonché recenti campagne di scavo (2008) l’hanno definitivamente identificata come la villa di Quinto Ortensio Ortalo (114 a.C. – 50 a. C.), celeberrimo oratore romano amico di Cicerone.

Oggi le pinete del Litorale Romano sono fragili perché fanno praticamente parte della città, una città che ha visto la sua popolazione aumentare di 10 volte tra il 1950 e il 1994, trasformando larga parte del suo territorio da agricolo in urbano. La sopravvivenza dei pini necessita di interventi ordinari costanti che non sono sempre possibili per un’idea autorealizzante secondo la quale l’equilibrio boschivo si manterrebbe da solo, idea che dimentica il paziente lavoro quotidiano svolto dalle persone nei secoli, sia nel soprassuolo che sugli alberi stessi,  un lavoro necessario per la cura ed il mantenimento della buona salute dei pini.

Oggi infatti le pinete sono rese molto vulnerabili per gli eventi fortuiti dell’attività antropica, come ad esempio i fuochi (spesso dolosi) che le ardono regolarmente. Notiamo, tra gli altri incendi periodici, che il solo enorme rogo dell’estate 2000 distrusse ben 270 ettari di pineta. In quella occasione bruciarono i pini più antichi, maestosi esemplari ultra centenari nella parte di maggior pregio culturale, naturalistico e selvicolturale, quello immediatamente a ridosso della Villa Chigi di Castel Fusano.

Ma in aggiunta ai regolari incendi estivi nelle pinete del Litorale Romano è in atto un attacco della Toumeyella parvicornis, comunemente conosciuta come cocciniglia tartaruga, un’insetto originario del Nord America, che non ha antagonisti nell’ecosistema delle pinete romane e che porta le piante ad una morte lenta.

E da notare quindi un’iniziativa privata di Flavio Chigi, rappresentante odierno di una famiglia che si dedica da secoli al mantenimento e alla cura della pineta di Castel Fusano, che si propone di intervenire con azioni di cura, potatura e sostituzione di Pinus pinea della tenuta di Castel Fusano attaccati dalla cocciniglia.

A questo proposito è importante ricordare uno studio delle Università del Molise e della Sapienza del 2002 nel quale si spiega che “le pinete di Castel Fusano sono costituite soprattutto da pini della specie Pinus pinea anche se esiste una piantagione piuttosto estesa di pinus halepensis lungo la Litoranea. E che queste due specie non presentano rinnovamento naturale contrariamente al Pinus pinaster piantato invece sulla duna dove si riproduce naturalmente e si è ben inserito nell’ambiente naturale tanto da sembrare apparentemente spontaneo” (Bianco, 2002).

Per mantenere la pineta di Castel Fusano quindi, la famiglia Chigi  ha dato avvio dall’estate 2021 a un fundraising legato a visite guidate del castello e concerti estivi, proponendosi di avviare una campagna di cura su più di 200 esemplari della pineta, iniziativa non ancora combinata con interventi pubblici e che invero potrebbe rappresentare una buona occasione per mettere in pratica collaborazioni di tipo pubblico-privato che hanno dato buoni esiti altrove in Italia, come al giardino Sambuy nel Comune di Torino, o per il verde pubblico del Comune di Genova.

Le iniziative delle campagne culturali dei Chigi accolgono gli ospiti degli eventi in quella parte di pineta dove sorge proprio il Castello Chigi. Definito nell’Ottocento da Antonio Nibby “un palazzo incantato in una regione deserta”, il seicentesco Castello venne realizzato nel 1620 su commissione del Cardinal Giulio Sacchetti che chiamò l’architetto Girolamo Rainaldi per rinnovare la precedente Villa con la configurazione di un Castello, e un giovane Pietro da Cortona per affrescare la cappella barocca e la Galleria delle Carte Geografiche al secondo piano nobile.

Anche quest’anno l’iniziativa di Castel Fusano Melodica prosegue il suo programma di concerti per contribuire al mantenimento dei pini di Castel Fusano, proponendosi inoltre di mettere a dimora diverse specie arboree, tra cui lecci e querce, oltre ai Pinus pinea che non si rinnovano naturalmente, e sempre privilegiando la biodiversità e la storia della pineta.

Le iniziative culturali all’interno del Castello Chigi vogliono così riportare l’attenzione del pubblico, dei cittadini di Roma e dei fruitori del Parco del Litorale Romano, sui pini e sulla pineta di Castel Fusano rendendo tutti più consapevoli su quanto è possibile fare per non perdere un patrimonio storico-ambientale importante come le pinete romane.

La capacità di combinare l’interesse musicale, l’attenzione all’ambiente e la preoccupazione per la natura sono il segno di una mentalità che oltrepassa l’interesse privato, che si combina con il bene pubblico con una lungimiranza in perfetta sintonia e nella scia della storia delle grandi famiglie romane che hanno inciso il loro nome nella cultura e nella storia di Roma, pini compresi.

Melissa Pignatelli

Fonti:

Francesco Chigi, La pineta di Castel Fusano, Milano, 1933

M. Agrimi, S. Bollati e L. Portoghesi, Funzioni e valori ambientali, sociali e culturali delle pinete di Castel Fusano e Ostia in Ecosistema Roma, Atti dei convegni Lincei 14-16 Aprile 2004, Bardo editore per Accademia dei Lincei, Roma, 2005

P. Bianco, G. Fanelli, M. De Lillis, Flora e vegetazione di Castel Fusano, Quaderni di botanica ambientale applicata n. 13, pp.125-181, 2002

S. Fattorini, The Tenebrionidae of a Thyrrenian coastal area: diversity and zoogeographical composition, in Biogeografia, Vol. XX 2002

Castel Fusano nella Riserva Naturale Statale del Litorale Romano 

Il Castello Chigi a Castel Fusano

Immagine storica del Castello Chigi e dei pini di Castel Fusano, archivio privato, per gentile concessione di Flavio Chigi

 Castel Fusano Melodica: info e date qui

Tickets Castel Fusano Melodica

PROGRAMMA 2023 

Giovedi 15 Giugno // spostato a Mercoledi 5 Luglio – causa meteo avverso – 21:00 – Arianna Antinori special guest Maurizio Solieri – NB i biglietti acquistati per il 15 Giugno sono validi per il 5 luglio

Giovedì 22 Giugno – 21:15 – Deshedus Project – Concerto Olografico

Venerdì 30 Giugno – 21:00 – Argiolas special guest Phil Palmer

Giovedì 6 Luglio – 21:00 – Canzoniere Grecanico Salentino

 

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