Pubblicato il 30 Dicembre 2017

La (solita) storia di lui, dell’uomo: il potere

di Nadia Fusini

Il potere è noioso; è sempre la stessa storia, sempre le stesse congiure, cospirazioni, gli stessi intrighi e intrecci e contro-intrecci. Gli uomini sono sempre uguali, ossessionati dal potere, hanno quella idée fixe. Sì, il potere è una vecchia storia, triste e noiosa. Mentre sono interessanti le avventure, i naufragi, le fate, gli spiriti, gli elfi, i coboldi, i maghi. E naturalmente interessante è l’amore.

Prospero, che interroga Miranda anticipa il dottor Freud chino sulle sue pazienti isteriche distese sul suo lettino. “Do you remember? do you remember?”: Prospero incalza Miranda. E lei: “No dad, I don’t remember.” In verità, quella storia non interessa a Miranda. E’ his story, non her story.

History is the story of the father, potremmo dire: ecco cos’è. Non sbaglia affatto Miranda. Ha ragione. Il punto è che non solo quella triste storia sembra non riguardarla, ma neppure condivide con il padre la passione oscura, dissimulata, che Prospero controlla o cerca di controllare, ma c’è: quella specie di gelosia, che si nutre di memoria e di risentimento per l’oltraggio subito e di senso di colpa, perché già nel modo in cui racconta la sua storia, la storia del suo passato – come sia stato ingiustamente trattato dal fratello usurpatore, Prospero rivela di non essere però senza responsabilità per quanto è accaduto. C’è colpa: Prospero ha colpa, se non altro di un’irresponsabile trascuratezza dei suoi doveri. “Being transported/ And rapt in secret studies” (1,2,76), e cioè tutto preso, rapito nei suoi segreti studi, è stato lui a risvegliare “an evil nature”, una cattiva natura nel fratello. Non avendo saputo curare ciò che gli era stato affidato, il suo ducato, l’ha perso. Questa è la storia di Prospero: la storia di come ha perso il regno, e il potere per inseguire il sapere. Ma un sapere in certo senso astruso, che l’ha staccato dalla realtà.

Miranda, però, ripeto, non è affatto presa da quella storia, e Prospero ripetutamente insiste, la riprende, cerca la sua attenzione: “Dost thou attend me? Thou attendest not? Dost thou hear?” Mi stai a sentire? Mi ascolti? Miranda si annoia. Si distrae.

A lei non interessano i conti con il passato, la vendetta. E’ invece pronta alla pietà: “Oh the heavens!… Alack for pity!… Alack, what trouble / Was I then to you!” Oh, cielo, che pena, che guaio. Mentre la mente di Prospero è chiusa, tutta fissata sul suo progetto che può aprire al futuro sono nella memoria punitiva del passato, Miranda è aperta alla compassione e alla meraviglia. E’ pronta a scrivere tutta un’altra storia: la sua storia, her story, che è una storia di amore e di pietà e di compassione.

Nadia Fusini

Il primo episodio è disponibile qui.

Il secondo episodio è disponibile qui.

Il quarto episodio è disponibile qui.

Il quinto episodio è disponibile qui.

Il sesto episodio è disponibile qui.

La lezione della prof. Nadia Fusini si è tenuta nel quadro del convegno “Passioni”, incontro del ciclo Visioni in dialogo, promosso dall’Associazione NEL – Fare arte nel nostro tempo che si è svolto a Lugano in Svizzera, il 17-18 Novembre 2017. Si ringrazia la prof. Nadia Fusini per la gentile concessione del testo.

In fotografia   un dettaglio del Ratto di Proserpina, Gian Lorenzo Bernini, Galleria Borghese,  1622, Roma. Le sculture di Bernini sono in mostra nell’esposizione Bernini nella Galleria Borghese fino al 4 febbraio 2018, per maggiori informazioni consultare il sito della mostra, qui.

Di 30 Dicembre 2017Cultura, Filosofia

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