Pubblicato il 12 Novembre 2018

Libia, background per una situazione complessa

di Le Ragazze della Redazione

La Libia è oggi per molti cittadini africani una tappa obbligatoria nel lungo viaggio verso il sogno europeo che passa, oltre il deserto e il Mediterraneo, dalle coste italiane. L’ingovernabilità attuale del paese e la conseguente destabilizzazione regionale affondano le radici nella storia, nel susseguirsi delle storia delle Libie.

La Libia come entità statale unica se la sono inventati gli italiani nella loro breve, ma intensa, avventura coloniale africana. Furono proprio gli italiani a condurre sotto un unico governo le tre province ottomane di Cirenaica, Tripolitania e del Fezzan. L’impresa, però, non fu semplice. I libici opposero una strenua resistenza tanto alla presenza dell’Italia liberale quanto all’Italia fascista.

Iniziata con l’idea di risolvere i gravi problemi sociali e demografici, accompagnata dalla volontà di affermarsi come potenza sullo scacchiere europeo, l’esperienza coloniale italiana è stata relativamente breve. L’Italia perse la sua Quarta Sponda alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando passò sotto il controllo della Gran Bretagna.

Il governo inglese decise di mantenere l’unità libica trasformandola in una monarchia. Re Idris I doveva unificare, nel nome della sua Confraternita religiosa, la Senussia, i vari adepti disseminati in Cirenaica e Tripolitania. Un potere centrale che rimase troppo debole: il giovane colonnello Muhammar Gheddafi riuscì infatti a conquistare il potere nel 1969 con facilità.

Gheddafi trasformò la Libia nella “Jamahiriyya”, termine inventato per indicare una repubblica nella quale lo Stato sarebbe stato assente e il potere gestito attraverso una serie di consigli locali. Nei fatti, però, la Libia fu per lungo tempo controllata da un unico capo.

Il colonnello Gheddafi è stato responsabile di un certo equilibrio nel deserto e tra i paesi del Sahel (i paesi a sud del Sahara). Quando fu posto un termine al suo regime per sollevazione popolare, ma soprattutto per l’intervento delle potenze estere Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, tutta la regione si è destabilizzata con le gravi conseguenze di cui vediamo gli effetti ancora oggi .

Per un quadro più chiaro degli interessi internazionali che gravitano intorno alla Libia è possibile vedere la spiegazione di Alberto Negri in  questa puntata di Nemo – nessuno escluso  programma di Rai 2, andata in onda il 11 maggio 2017. Per un punto sulle implicazioni  italiane in Libia leggere l’analisi di Alberto Negri sul Sole 24 Ore del 5 luglio 2017 La trappola libica, le ferite che non passano.

Non è quindi possibile raccontare la storia di un’unica Libia. Ecco dunque una selezione di letture delle due ultime Libie: la Libia la colonia italiana, il cui passato, origine e storia sono stati in parte  rimossi, e la Libia di Gheddafi.

  • Oltremare, Storia dell’espansione coloniale italiana di Nicola Labanca, il Mulino, 2007. Una ricostruzione delle campagne di conquista italiane in Africa (Eritrea, Somalia e Libia) con l’intento di riprende i messaggi della propaganda che affascinarono gli italiani e mostrare i pochi reali vantaggi dei possedimenti africani. Labanca tenta di spiegare il motivo dello spazio marginale che l’esperienza coloniale occupa nella memoria storica nazionale.
  • Italiani in Libia, dall’età giolittiana a Gheddafi  di Claudio G. Segrè, Giangiacomo Feltrinelli Editore, 1978. Storico del Fascismo, Segrè ripercorre l’esperienza italiana in Libia fino all’ascesa del Colonnello Gheddafi.
  • Gheddafi, una sfida dal deserto di Angelo Del Boca, Laterza Editore, 2014. Il racconto della fine violenta del regime del “leader dei leader arabi, del re dei re dell’Africa e dell’Imam dei musulmani”, come lui stesso si definiva, accompagnato dall’analisi dell’intreccio degli interessi occidentali che hanno portato alla caduta del governo.
  • Ultima estate in suol d’amore romanzo di Alma Abate, Neri Pozza Editore, 2011. Nata lei stessa a Tripoli e costretta, da un giorno all’altro, a tornare in Italia dopo l’accesso al potere di Gheddafi, racconta di una Tripoli multietnica e multi religiosa nella quale la vita degli italiani scorreva tranquilla. Attraverso la protagonista, Sara, Alma Abate racconta il folklore, il colore della società libica incapace di fare i conti con il proprio passato e non ancora pronta per il futuro
  • Ghibli, romanzo di Luciana Capretti, Rizzoli Editore, 2004. Nel 1970, il nuovo governo di Gheddafi espulse gli italiani di Libia (anche quelli che vi erano nati, come nel caso dell’autrice). Da un giorno all’altro, all’improvviso, gli italiani dovettero tornare indietro attraversando il mare dalle coste della Libia. Fuggire per evitare di essere arrestati. Quei siciliani poveri a cui era stata concessa una seconda possibilità, un nuovo agio, sulla Quarta Sponda furono obbligati a tornare in una patria ben diversa da quella che avevano lasciato.

La Redazione

Il 12 e 13 novembre 2018 l’Italia ospita a Palermo la Conferenza per la Libia. Per saperne di più, cliccare qui.

Fotografia: Tripoli Panorama di Objectivised, 9 dicembre 2016, CC by-nc-sa 2.0

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