Pubblicato il 14 Febbraio 2025
L’educazione cosmica montessoriana incontra l’antropologia per l’AnthroDay 2025
di Rossana Gambardella e Sabina Spada

“Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo e di conseguenza la società. Il bambino possiede un potere interiore che può guidarci verso un futuro più luminoso”. Nelle parole di Maria Montessori (da “Educazione per un mondo nuovo”) è evidente quanto il tema dell’educazione dell’infanzia sia strettamente connesso alla possibilità di progettare un avvenire migliore: il bambino costruisce l’uomo, è il “produttore dell’umanità” e va pertanto riconosciuto come padre di chi abiterà la società nel tempo futuro.
La nostra proposta per il World Anthropology Day 2025, il cui tema è “Futuri – Emergenti Negati Alternativi” link al programma completo qui , prende avvio da questa considerazione e si concretizza in un incontro presso la Scuola Montessori di via Milazzo a Milano. L’incontro è incentrato in particolare sull’educazione cosmica, ambito pedagogico sviluppato da Montessori durante gli anni trascorsi in India, dove, in quanto cittadina di uno stato nemico, fu costretta – felicemente – a soggiornare per tutta la durata del secondo conflitto mondiale.
Pedagogista, medica, antropologa, filosofa eindagatrice dell’animo umano, tre volte candidata al Nobel per la pace, Montessori ha dedicato l’esistenza all’ascolto umile e paziente dei più piccoli, allo scopo di sviluppare un approccio educativo che, sebbene sarebbe poi diventato universalmente noto come “metodo Montessori”, lei definiva invece “il metodo del bambino”.
Ciascun bambino, infatti, possiede un istinto inconscio che lo spinge a imparare ed è dunque protagonista del proprio apprendimento, oltre che naturalmente incline a ricercare l’armonia nel proprio sviluppo psichico ed emotivo. Lungi dal ricevere passivamente nozioni che gli vengono impartite, è un soggetto attivo e curioso, che apprende grazie allo stupore e alla meraviglia generati in lui dal fatto di essere accompagnato con sapienza dall’adulto e il cui desiderio è di rendersi il più possibile autonomo. “Aiutami a fare da solo” è il motto che condensa il paradigma educativo montessoriano e ne segnala l’unicità nel contesto socioculturale dell’epoca in cui si sviluppò, vale a dire la prima metà del ’900.
Tornando alla cosiddetta educazione cosmica, si tratta di un’area educativa che riguarda i bambinitra i 6 e i 12 anni, e li porta a comprendere l’ordine che sta alla base dell’intero universo. Tale ordine trova espressione nella visione cosmica, un modo di guardare al mondo nella sua unitarietà su vastissima scala, a partire dalla considerazione del fatto che, al suo interno, tutti gli esseri inorganici e organici sono inestricabilmente legati tra loro. Nelle aule delle scuole Montessori, attraverso materiali appositamente progettati, si inizia con il tutto (cioè l’universo) e si procede verso le parti (la storia, la geografia, le forme di vita, le diverse culture, ecc.), il che dà al bambino un senso fondamentale di prospettiva e lo aiuta a responsabilizzarsi, a comprendere che ogni azione, anche la più piccola, ha effetto sull’intero sistema.
Tale visione anticipa alcuni temi che sono cari non solo all’ecologia, ma anche alla disciplina antropologica attuale, quali la considerazione della vita delle società umana come interdipendente rispetto a ogni altra forma vivente, la valorizzazione di un sapere che si genera nella dialettica tra ciò che è universale e ciò che invece si caratterizza come particolare, la passione per le differenze e il multiculturalismo, la consapevolezza che l’apprendimento avviene in larga parte tramite processi di incorporazione, piuttosto che attraverso uno studio astratto e teorico.
Per altro verso, è interessante anche constatare come la visione montessoriana sia intrisa di concetti che appartengono a un paradigma antropologico ormai superato e che oggi risultano problematici. Il pensiero di Montessori, che fu allieva di Giuseppe Sergi e docente di Antropologia all’Università di Roma, è ancora intriso di positivismo scientifico e di evoluzionismo fisico e sociale. Nei suoi scritti ricorrono concetti che appaiono oggi discutibili e superati, come il ricorso alle categorie razziali per identificare i diversi gruppi sociali, la tendenza a far coincidere una determinata nazione o territorio con una serie ben definita di tratti culturali, l’impostazione gerarchica nel catalogare le società, che si distinguerebbero a seconda dei diversi gradi di civilizzazione. Tali constatazioni, tra l’altro, offrono uno spunto per ripercorrere criticamente la vicenda storica della disciplina antropologica, mettendo in luce anche gli aspetti più spinosi di certe categorie del passato.
Tutto ciò, tuttavia, non toglie potenza alla rivoluzionarietà del metodo pedagogico inaugurato da Montessori: per quanto inevitabilmente ancorato al contesto storico, il suo messaggio resta ancora estremamente attuale, nel suo invito a perseguire la solidarietà universale e a valorizzare la dimensione relazionale dell’esistenza, a prescindere da distinzioni etniche, religiose e sociali, promuovendo un’educazione alla pace e alla multiculturalità.
Rossana Gambardella e Sabina Spada
Cose da Antropologhe
Instagram: cose.da.antropologhe
DOVE: Milano – Scuola Montessori Milano, via Milazzo 7/9
QUANDO: Giovedì 20 febbraio, ore 18
COME: prenotazione obbligatoria mandando email a: cosedaantropologhe@gmail.com
Il World Anthropology Day è un’iniziativa promossa dall’American Anthropological Association e lanciata a Milano, a partire dal 2019, e a Torino, dal 2023, dal corso di Laurea Magistrale in Scienze Antropologiche ed Etnologiche, dal Dottorato in Antropologia Culturale e Sociale, dal Dottorato Patrimonio Immateriale nell’Innovazione Socio-Culturale e dal Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. È organizzato in collaborazione con SIAA (Società Italiana di Antropologia Applicata), il dipartimento di Lingue, Letterature, Culture e Mediazioni dell’Università di Milano Statale, il dipartimento di Studi Umanistici dell’Università IULM e i dipartimenti di Culture, Politica e Società e Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino.
Rivista di Antropologia Culturale, Etnografia e Sociologia dal 2011 – Appunti critici & costruttivi