Pubblicato il 20 Febbraio 2025
Quando “l’altro” è tuo figlio, ti tocca crescere! Matteo Lancini per capire l’adolescenza
di Melissa Pignatelli

Matteo Lancini in Sii te stesso a modo mio (Raffaello Cortina Editore, 2023) mette in luce con parole semplici il funzionamento della nostra società dal punto di vista della psicologia dei nostri figli e delle nostre figlie, ovvero gli adolescenti e le adolescenti del nostro tempo. Con un tono disarmante per la sua semplice efficacia, Lancini mette in luce come la fragilità maggiore della nostra epoca non venga dai “nuovi demoni” ovvero “internet” e “videogiochi” ma dalla nostra fragilità come adulti, dalla nostra difficoltà ad esercitare il nostro ruolo di guide e punti di riferimento senza costringere i nostri figli e le nostre figlie a rassomigliarci.
Davanti alle nostre esigenze come adulti, in una società che Lancini definisce post-narcisista assistiamo “a una sparizione dei bisogni dell’altro, da cui deriva la richiesta alle nuove generazioni di assolvere un compito che li costringe a sentire di essere se stessi, mentre crescono assecondando l’adulto. I bisogni della mamma, del papà e dell’insegnante sovrastano e sovradeterminano le esigenze, i bisogni, l’espressività reali del bambino e dell’adolescente”.
“Con l’affermazione del post-narcisismo l’altro è sparito, e con lui i suoi bisogni. Più precisamente, l’altro viene sovra-determinato dalla mente di adulti che non riescono a identificarsi con le ragioni affettive ed evolutive dei propri interlocutori, figli e studenti in primis. Bambini che non possono andare a scuola da soli a causa dell’angoscia adulta che ha messo da anni sotto sequestro il corpo dei figli e che chiede loro di dichiarare che non se la sentono di non essere accompagnati. Mamme e papà si ritengono così legittimati a scortare i figli fino al portone scolastico, dopotutto – dicono – lo fanno per loro, per rassicurarli; ma poi si fermano per interi minuti sul marciapiede pur di scorgere, nello spazio di visibilità concesso dalle finestre collocate ai piani ammezzati, la testolina del loro bambino, che intanto si è già dimenticato di loro, assorto com’è in una conversazione appassionata con il compagno di banco: “Noi lo salutiamo e lui neanche si gira”.
Società che fatica ad osservare con calma per intervenire in maniera appropriata solo se necessario, siamo diventati una società iper-reattiva, iper-individualista, iper-competitiva, super-performante che non lascia “il tempo al tempo”, come si diceva una volta, per intervenire e sovrastare le nuove generazioni con un’ansia sociale diffusa in tutta la società.
Genitori nel progresso, che hanno beneficiato della rivoluzione digitale, che dovremmo avere molto tempo a disposizione visto quanto i sistemi digitali dovrebbero averci liberato di incombenze lunghissime (lavare i panni, fare le code agli sportelli, lavare i piatti, scrivere quando copia e incolla non esisteva, ecc.) siamo anche noi genitori travolti dalla fretta. Non ci facciamo più guidare dalle caratteristiche di chi abbiamo davanti, neppure se questo è frutto della nostra carne, cercando di capirlo come altro-da-noi, attendendo che si sviluppino inclinazioni e predisposizioni, accettando i graffi e i carichi che ogni età comporta. Proiettiamo senza sosta delle aspettative che a volte, si trasformano in patologie in ragazzi e ragazze che non riescono a gestire tutto quello che i loro genitori si aspettano da loro. Lancini racconta molte situazioni post-pandemia nelle quali i giovani e le giovani pazienti oltre ad avere patologie “classiche” dell’età dello sviluppo, come ad esempio l’anoressia, aggiungono comportamenti auto-lesionisti o addirittura suicidi.
Dovremmo dunque tentare di fare un passo indietro per le nostre figlie ed i nostri figli adolescenti, perché come conclude Lancini:
“Mettere l’altro al centro dei propri pensieri vuol dire avere in mente la trama dell’evoluzione, la persona che lui o lei sta diventando”, consapevoli del fatto che prima di sovraccaricare i nostri ragazzi e le nostre ragazze con le nostre aspettative, le nostre rivalse, i nostri sogni infranti dovremmo alzare la testa e sentire che mondo stiamo costruendo come adulti: un mondo fatto di guerre accettabili, soprusi all’ordine del giorno e bugie quotidiane.
Melissa Pignatelli
Immagine: Gideon Rubin, paintings, bio e link al sito qui
NOVITA’ AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO, 15-19 MAGGIO 2025: Una nuova sezione, “CRESCERE”, a cura di Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, indicherà un percorso negli affetti e nei compiti evolutivi di figli e studenti, ma anche nelle responsabilità e nelle risorse a disposizione di tutti i ruoli adulti. Cos’è crescere? Come conoscere, è un processo non piacevole ma ineludibile di ogni essere umano. La scoperta e l’evoluzione di sé sono abitate da sentimenti disturbanti come la tristezza, la paura, la rabbia e non solo dalla gioia e dalla soddisfazione di vivere. Il senso delle difficoltà e delle sofferenze delle nuove generazioni di adolescenti e giovani adulti, insieme alle complessità dell’essere genitore, insegnante ed educatore oggi saranno il cuore della sezione Crescere.
Matteo Lancini, Sii te stesso a modo mio. Essere adolescenti nell’epoca della fragilità adulta, Raffaello Cortina editore, 2023
In Chiamami adulto, libro che conclude la trilogia iniziata nel 2021 con L’età tradita, Matteo Lancini esplora i molteplici contesti e le modalità in cui gli adolescenti costruiscono relazioni: dalla famiglia alla scuola, dagli ambienti digitali alle stanze di psicoterapia, dal gruppo dei pari al rapporto di coppia. Partendo da alcuni spunti già introdotti in Sii te stesso a modo mio, come l’assenza di prospettive future e la fragilità adulta che spesso ostacola un dialogo autentico, l’autore scava in profondità, rivelando che cosa serve davvero per avvicinarsi ai giovani: l’ascolto e una presenza empatica. Attraverso esempi concreti, storie personali e riflessioni incisive, il libro offre a genitori, insegnanti e psicologi gli strumenti per superare l’urgenza del fare e per imparare finalmente a stare nella relazione, aiutando i ragazzi a non sentirsi più soli in mezzo agli altri, ma compresi e sostenuti.
Rivista di Antropologia Culturale, Etnografia e Sociologia dal 2011 – Appunti critici & costruttivi