Pubblicato il 26 Agosto 2019

Made in North Korea

di Federico Giuliani

Anche in Corea del Nord si vendono bibite, hamburger e patatine fritte. Chi avrebbe mai immaginato, poi, che il Paese di Kim Jong Un producesse una vasta gamma di birre? Invece è proprio così, e tra le più rinomate troviamo la lager Ponghak, la bionda Taedonggang, la Rakwon, il cui nome si può tradurre in “paradiso”, e la Ryongsong, birra a base di riso.

Per scoprire la Corea del Nord attraverso i prodotti e gli oggetti usati dai suoi cittadini è utile sfogliare le 236 pagine del libro fotografico di Nicholas Bonner, Made in North Korea. Graphics from Everyday Life in the Dprk (Phaidon, 2017). Il primo capitolo, ad esempio, si apre con una carrellata di immagini raffiguranti le etichette di alcuni fra gli alimenti più comuni: pesce, manzo, acqua minerale, caramelle e tantissimi alcolici. Le loro confezioni non sono troppo diverse da quelle che possiamo trovare in un supermercato occidentale, se non che “riportano sempre con estrema minuziosità la città nordcoreana dal quale provengono i prodotti”.

Un altro capitolo è dedicato alla propaganda del regime. I poster servono al governo per chiamare all’azione i cittadini, incitandoli a “non mollare”, a “marciare per la vittoria” o “rispettare i dettami del Juche”, l’ideologia di Stato che unisce socialismo e nazionalismo. Proseguendo nella lettura scopriamo come, nonostante la familiarità nordcoreana con il comunismo (che in teoria auspica una società senza classi), anche in questo Paese sia in realtà presente una “suddivisione di classe”. I biglietti dei mezzi pubblici sono infatti suddivisi in Economy Class e Business Class.

Bonner dà poi spazio ai monumenti e siti storici più rilevanti di Pyongyang, gli stessi che
addobbano cartoline e depliant. Fra i più interessanti troviamo la Torre dell’ideologia Juche e la statua dedicata a Chollima. La prima, simbolo dell’“incrollabile ideologia nordcoreana”, è una torre alta 170 metri e sorge di fronte alla piazza Kim Il Sung, la principale del Paese. Si apprende che è “formata da 25550 blocchi di granito, uno per ogni giorno della vita di Kim Il Sung, primo Presidente della Corea del Nord scomparso nel 1994 a 70 anni (365 x 70)”. Sulla sua sommità è presente una torcia modellata a forma di fiamma e illuminata internamente da una luce rossa durante la notte.

La statua di Chollima, in bronzo e granito, è collocata sul colle Mansu. È alta 46 metri ed è costituita da due anonime persone in sella al Chollima, “un cavallo alato che nella mitologia coreana riesce a percorrere 1000 ri al giorno, cioè circa quattrocento chilometri”. Le due figure rappresentano un lavoratore e una donna di campagna. Questo monumento è un “chiaro richiamo allo stakanovismo, termine utilizzato in Unione Sovietica per indicare quei lavoratori in grado di svolgere le attività loro richieste a ritmi serrati”. Così come il cavallo Chollima è in grado di coprire lunghe distanze in breve tempo, i nordcoreani devono realizzare le politiche governative il più in fretta possibile per consentire alla patria di migliorare sempre di più.

L’approccio utilizzato da Bonner merita attenzione, perché quando parliamo di Corea del Nord ci
imbattiamo in ipotesi, teorie, supposizioni, ma difficilmente in verità assolute. L’autore non parla, fa parlare le immagini; guardandole, o meglio assaporandole una a una, il lettore è libero di farsi la propria idea sulla realtà nordcoreana senza influenze valutative di alcun tipo.

 

Federico Giuliani

Nicholas Bonner, Made in North Korea. Graphics from Everyday Life in the Dprk,Phaidon, 2017.

In fotografia: un’immagine tratta da Romeo&juliet in the land of morning calm, fotoreportage di Eric Lafforgue.

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